Corriere della Sera, 1 settembre 2019
Campania, in trecentomila al concorso
Chissà se fra i test delle prove preselet-tive per il concorso alla Regione Campania che prendono il via doma-ni a Napoli la commissione ha inserito anche operazioni complesse da risolvere senza calcolatrice. Per esempio: 303.965 diviso 2.175. Se così fosse i candidati in grado di eseguire il calcolo scoprirebbero quante possibilità ha ognuno di loro di entrare nel mondo del lavoro dalla porta dell’impiego pubblico a tempo indetermi-nato: 139. In realtà non è proprio così, perché le posizioni aperte sono diverse e il rapporto tra posti disponibili e aspiranti funzionari e impiegati regionali cambia di volta in volta. Però trecentomila e passa domande per partecipare a un concorso danno in ogni caso, meglio di qualunque analisi politica e riflessione sociologica, la misura di come la ricerca di un lavoro resti ancora oggi la prima necessità di una va-stissima parte di italiani. Non necessaria-mente giovani, perché per candidarsi non c’era limite d’età, e non necessariamente napoletani o campani (303.965 rappresen-ta circa un diciannovesimo della popola-zione dell’intera regione) perché l’accesso ai concorsi nella pubblica amministrazione non pone confini territoriali. Ma sarebbe banale sostenere che tanta affluenza di domande sia dovuta all’opportunità del «posto fisso» che questo concorso offre. Da domani seduti tra i banchi sistemati in otto padiglioni della Mostra d’Oltremare ci saranno i giovani e i meno giovani dei con-tratti a progetto, degli stage non retribuiti, del lavoro nero e sottopagato, anche del reddito di cittadinanza. Ci sarà un pezzo d’Italia che ha già dato molto e ricevuto poco. E che ha bisogno e diritto di credere nel proprio futuro. In bocca al lupo a tutti.