Corriere della Sera, 1 settembre 2019
Sulla coppia di Piacenza sparita
VANITYX
VELLEIA (Piacenza) Luigi Farina detto il Lupo conosce bene queste valli. Ma, soprattutto, conosce lui: Massimo Sebastiani, il tornitore scomparso una settimana fa dopo aver pranzato con Elisa al suo ristorante di Ceriano e da ieri indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Il cadavere di Elisa, la giovane amica, il sogno.
Per il Lupo, Massimo è Max, è l’amico buono e spavaldo, al quale vuole bene fin da quando portavano i pantaloni corti «che lui non ha mai tolto neppure a 45 anni». Farina sa quali sono i suoi luoghi, le sue manie. Per questo ha deciso di andare a cercarlo da solo fra le colline piacentine di Carpaneto e dintorni, terra di boschi, di cinghiali e di cacciatori. «So dove andava, ci andavo anch’io. Vieni con me e ti faccio vedere». Partiamo dunque con un fuoristrada alla volta della pozza del Vezzeno. «È una striscia d’acqua dove si prendono i cavedani che si bloccano come in trappola e lui lo sa. Ero andato lunedì a contarli, ce n’erano otto, ora vediamo quanti ne sono rimasti. Poi andiamo in Val Riglio alla casa diroccata…». Ci sono 150 uomini impegnati seriamente nelle ricerche. Farina non pretende di sostituirsi a loro ma il tentativo romantico di ritrovare l’amico lo sta comunque facendo. «Perché immagino come si muova nella boscaglia. Lui si arrampica sugli alberi, pesca con il bastone, dorme ovunque. È un rambo, capace di girare tutto l’anno in manichette corte. Esibizionista ma anche sempre pronto a darti una mano, un po’ autolesionista».
A qualche chilometro dalla locanda la strada si fa sterrata. Campi di erba medica e di frumento. «Vedi, quello è un vascone d’irrigazione, e poco più in là ce ne sono altri due. Ma sono centinaia, come possono controllarli tutti?». Controllano gli specchi d’acqua perché domenica scorsa Sebastiani è arrivato al bar di Celleri con i pantaloni bagnati. Gli investigatori hanno dunque pensato al peggio: forse l’ha buttata in acqua. Il pm Ornella Chicca ipotizza che possa averla uccisa dopo essere uscito dal ristorante di Lupo. Forse è tornato a casa sua, a Campogrande di Carpaneto, forse lì è successo qualcosa. Di certo, quando tre quarti d’ora dopo è andato a fare benzina, lei in macchina non c’era. Lo raccontano le immagini della telecamera di servizio e pure il benzinaio: «Mi aveva detto che la sua ragazza non era voluta andare a fare un giro con lui». Parole sospette, un alibi? Per capirne di più domattina il Ris di Parma e i carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza andranno a fare dei rilievi nella sua abitazione.
«Io continuo a sperare che la tenga da qualche parte segregata per farle cambiare idea sul loro rapporto», si augura Farina mentre attraversiamo Travazzano. «Guarda lassù, quel castello è abbandonato e lui lo frequentava». C’è un boschetto di querce, un laghetto nascosto. «Ho guardato, ho guardato, niente». Potrebbe essere armato? «Ma no, al massimo avrà una fionda o un arco».
Il giaciglio
I cani molecolari hanno individuato una possibile traccia: forse il fuggitivo ha dormito lì
Arriviamo dunque al Vezzeno, un rigagnolo. Farina controlla la pozza dei cavedani. «I pesci sono ancora otto, non è venuto». Nel frattempo da Velleia, qualche chilometro più su verso la montagna, rimbalza la notizia che le squadre di ricerca hanno individuato un possibile giaciglio dove il fuggitivo potrebbe aver passato la notte. A fiutarlo sono stati un border collie e un pastore belga, cani molecolari, che si sono fermati su un piccolo letto di foglie di fico in mezzo al bosco. «Se è vero, ho paura per Elisa».
Guadiamo il Riglio che sembra asciutto. Noci, pini, pioppi. «Una pernice, anzi no, è un fagiano, lui sa come catturarli». C’è un altro laghetto, il Diana. Siamo a Case Bruciate. «Una volta si è buttato nell’acqua ghiacciata per diecimila lire. Le faceva ‘ste cose. Come quando si è messo di schiena su una tavola di chiodi». Il cielo si fa scuro, si rientra. Altri vasconi, altri fiumiciattoli in una vegetazione selvaggia. «Come lui, ce n’è, ce n’è per nascondersi».