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 2019  agosto 31 Sabato calendario

Imbrogliati pellegrini occidentali alla Mecca

Il pellegrinaggio a La Mecca, la città sacra dell’Islam, è il sogno di una vita per ogni musulmano che, per motivi di religione, almeno una volta deve andarci nell’arco della propria esistenza. Così si capisce che duro colpo sia venire truffati dalle agenzie di viaggio che organizzano il viaggio «chiavi in mano», visti compresi, verso la città di Maometto in Arabia Saudita. È quello che è successo a Souad e a suo marito che dalla Francia si erano organizzati da mesi mettendo da parte i soldi, 8.780 euro, per il viaggio, in economia, della durata di due settimane, per due persone. In previsione del pellegrinaggio a La Mecca, che quest’anno cominciava il 9 agosto, si erano recati in un’agenzia, ma tre giorni prima della partenza si sono sentiti dire che non potevano partire perché non avevano ricevuto i visti di ingresso in Arabia Saudita: «Bisogna accettare il destino» è stata la risposta del rappresentante dell’agenzia di viaggi, secondo quanto i due hanno raccontato a Le Monde. Smaltito il colpo, Souad, maestra d’asilo di 40 anni, ha capito di essere stata truffata. E, rivolgendosi ad un’associazione di difesa dei consumatori specializzata nel pellegrinaggio verso La Mecca, la donna ha scoperto che il suo non era un caso isolato.Come ha rivelato il sito di informazioni musulmano SaphirNews, ripreso da le Monde, sarebbero parecchie migliaia i pellegrini truffati, tra 3 mila e 5 mila. Tra i fattori che hanno portato a questa deriva nel settore dei pellegrinaggi c’è la riduzione del numero dei visti concessi quest’anno dall’Arabia Saudita alla Francia, scesi dai consueti 22 mila-25 mila a 13.554 in agosto, meno rispetto a quelli concessi al Regno Unito (23.843). Fuori dai paesi musulmani (dove il pellegrinaggio è gestito dal potere pubblico) i visti, gratuiti, sono attribuiti dai servizi sauditi alle agenzie di viaggio riconosciute. In Francia sarebbero circa una sessantina. Su prezzi e pratiche, però, c’è poca trasparenza e non c’è modo di verificare.
Molti pellegrini si organizzano da sé affidandosi a conoscenti in Arabia Saudita che promettono un viaggio «chiavi in mano» a prezzi inferiori, a volte la metà, di quelli praticati dalle agenzie specializzate. Ma questi, spesso, lucrano su questi pellegrini «rivendendoli» alle agenzie francesi dietro il pagamento di una percentuale da 300 a mille euro, che fa lievitare il prezzo finale del viaggio per l’ignaro pellegrino mandato a ritirare biglietti e visti nell’agenzia francese indicata dall’amico. Capita che le agenzie in questione non siano riconosciute dall’Arabia Saudita per i visti, e dunque, in mancanza, a sorpresa per l’ignaro pellegrino è l’addio al pellegrinaggio a La Mecca senza alcun risarcimento, dal momento che i soldi dati in acconto all’amico in Arabia Saudita non si sa dove siano andati a finire davvero e recuperarli è un’impresa quasi impossibile.