ItaliaOggi, 31 agosto 2019
Periscopio
La paura genera fuggi fuggi, la maldicenza friggi friggi. Dino Basili. Uffa news.L’intellettuale non vende i suoi libri e chiede l’intervento dello Stato. Eugenio Montale. Corsera, 1951.
Erano i tempi della radiolina all’orecchio. Fazzoletti pigri sugli orli dei taschini, gemelli d’oro stretti al polso come manette. Paolo Baldini: Piacenza passato prossimo. La Luna nel pozzo, 2005.
Il segretario del Pd, Zingaretti, ha detto che il governo Pd-M5s sarà un «governo di svolta», cioè esattamente la stessa definizione data, quattordici mesi fa, per il governo gialloverde (Mps-Lega). Michele Brambilla. QN.
Giorgia Meloni è penalizzata dal fatto di essere una donna. Questo Paese ha ancora paura a fidarsi delle donne, mentre invece la Germania e l’Inghilterra dimostrano che ci sanno fare benissimo. Ma anche la Meloni, come la Merkel, ha le caratteristiche per fare la premier. Guido Crosetto, Fd’It. (Pietro Senaldi). Libero.
Biarritz (dove si è tenuto il G7) è 782 chilometri da Parigi. Dopo la diplomazia di alta quota davanti a Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron è costretto a ridiscendere in un’arena nazionale sempre eruttiva. Qui, infatti, non ci si preoccupa delle tensioni con l’Iran, della tassazione dei Gafa, della crisi con la Russia o della deforestazione dell’Amazzonia. Nel profondo della Francia ci si preoccupa invece del potere d’acquisto, dell’occupazione e del futuro dei pensionati. Gaëtan de Capèle. Le Figaro.
C’è uno scollamento fra classe politica e vita di popolo, ognuna delle due vive per sé, separata. Siamo in recessione, il che vuol dire che la nostra condizione economica peggiora, e tuttavia nella campagna elettorale troviamo accordi tra i partiti ma non progetti contro la recessione, ogni leader sa con chi allearsi per avere più voti, ma non sa cosa fare per creare più lavoro. Ferdinando Camon. L’Arena.
L’ordine giudiziario è una palla al piede per l’Italia. Non bastavano i processi lumaca, l’imprevedibilità dei giudizi, la politicizzazione, l’elezione degli ermellini in parlamento e i disinvolti rientri in carriera. Ora si è aggiunto, non che fosse ignoto, il bagarinaggio dei posti chiave e il suq del Csm, scoperchiato dal caso di Luca Palamara. Infine, peggio di tutto, la «disattenzione» dei giudici minorili che avrebbero avallato, senza approfondire, i ratti dei figli ai genitori. La faccenda diventa politica. È imperativo risarcire i cittadini, la casta giudiziaria non deve ogni volta cadere in piedi. Giancarlo Perna. LaVerità.
Come persona, Giulio Andreotti, mi era simpatico. Educato, incapace di alzare la voce, mai infastidito dalle opinioni altrui, era il prototipo del gentiluomo romano d’antico lignaggio, l’esatto contrario del caciarone da commedia all’italiana. I miei sentimenti nei suoi confronti gli erano ben noti. Nonostante li esternassi per iscritto e in televisione, lo lasciavano però indifferente. D’altronde, era refrattario a tutto, figurarsi alle passioni di un giornalista. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, I Buoni e il cattivi. Marsilio, 2014.
I siberiani sono russi ma vogliono tenere per sé le immense ricchezze della loro terra (come gli «americani» che, al momento giusto, si separarono dal Regno Unito). Saverio Vertone, Il collasso – Urss viaggio al termine di un impero. Rizzoli, 1990.
Come mai per tanto tempo i superstiti della Shoah hanno taciuto? Le ragioni sono più d’una. Perché si sentivano in colpa per essere ancora vivi. Perché credevano che la società non volesse saperne. Perché pensavano di aver delegato la testimonianza a Primo Levi, che però non era mai stato a Birkenau. Perché desideravano proteggere i figli da un dolore immane. Ma non fecero il loro bene, tutt’altro. Lo hanno capito solo negli anni Novanta, con i nipoti. Marcello Pezzetti, direttore del nascente Museo della Shoah di Roma. (Stefano Lorenzetto). Corsera.
È colpa di voi preti: non parlate più del male e io, che mi ostino ad essere credente, ho capito che toccava a me trattarne. Voi preti non predicate più sulla coscienza, lo strumento che abbiamo tutti per capire che cosa è giusto e che cosa è sbagliato. Non si educa più a scegliere il bene e a rinunciare al male. Pupi Avanti regista di Il signor Diavolo, in programmazione nelle sale. (Don Davide Milani). QN.
La Pfm aveva in alcune occasioni collaborato con Fabrizio De André. Poi ci perdemmo di vista salvo ritrovarci in uno studio di registrazione a Carimate. Era il 1981, c’era già stato, un paio d’anni prima, il rapimento suo e di Dori. Non vivevano più in Sardegna. Passammo alcuni giorni nello stesso residence. Fu un’occasione per conoscerci e, alla fine, Fabrizio mi propose di suonare per lui. In pratica venni assunto come flautista. Durante uno dei nostri tour gli venne l’idea fantastica di scrivere una canzone in genovese. Mi disse che le lingue diventano dialetti quando chi le parla ha perduto la guerra. Voleva tornare alla forza di certe radici. Alla autenticità dei vinti. Ci mettemmo al lavoro. Mauro Pagani, musicista. (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Il mio relatore fu Franco Bolgiani, uno storico cattolico di grande valore, recentemente scomparso. Un altro professore importante fu Michele Pellegrino che sarebbe diventato arcivescovo di Torino. Restai favorevolmente impressionato da entrambi. Ciò che li univa era una profonda fede vissuta laicamente. A quel tempo seguii anche le lezioni di Luigi Pareyson. Sentivo un’affinità con le sue riflessioni, ma volava troppo alto per me. Ecco il mio interesse per la storia: ero nato per volare basso, vedere che cosa succede di bene (poco) e di male (molto) nel mondo, in particolare letto dalla prospettiva del cristianesimo. Giovanni Filoramo, studioso delle religioni. (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Lavorare con mio figlio Edoardo che è regista mi fa sempre impressione, è mio figlio. Penso sempre: com’è bravo, com’è bello, com’è intelligente. Ma tengo tutto dentro di me. Con Edoardo ci confrontiamo sulle cose della vita, come con l’altro figlio, Carlo: sono ragazzi aperti, gentili, unici. Lo so, sono la madre, ma mi sembrano abbastanza particolari. Sophia Loren, attrice. (Silvia Fumarola). la Repubblica.
Sono preoccupato per i giovani. Si attaccano a questo mondo colorato che è facile. Il vantaggio del web è che, se c’è qualcosa che non ci piace, clicchiamo e scompare. Nella vita concreta è un po’ più complesso. O i computer servono di aiuto al cervello umano, come nella scienza, o lo sostituiscono. Vittorio Andreoli, psichiatra. (Alessandro Belardetti). QN.
Il diritto di voto dovrebbe anche essere diritto di veto. Roberto Gervaso. Il Messaggero.