il Giornale, 31 agosto 2019
Cento bambini ogni anno si ammalano in Italia dello stesso tumore di Xana
VANITYX
Maria SorbiL’estate dei nove anni dovrebbe essere fatta solo di ghiaccioli e ginocchia sbucciate. Non di letti d’ospedale, tubicini e monitor. Eppure.
Come Xana, stroncata da un tumore alle ossa nel giro di pochi mesi, sono più di mille in un anno i bambini che lottano contro il cancro. Loro e le loro famiglie. Alcuni ce la fanno, altri ne vengono consumati senza che si possa fare nulla se non sentire lo strazio addosso. Dello stesso male della figlia del mister spagnolo Enrique soffrono in Italia quasi cento bambini all’anno. E sarà pur vero che il loro tipo di sarcoma è stato catalogato dalla medicina tra i «tumori rari», ma le loro storie sono fatte di enorme dolore. Quello lascia il segno, più delle statistiche.
Nei reparti oncologici dei bambini, corridoi che mai vorresti vedere, si è però sviluppata una campana di umanità immensa. Tutto per proteggere quei corpi fragili e cercare di mantenerne accesa la vitalità. «Oltre ai medici, ai radiologi, ai fisioterapisti, abbiamo una presenza sempre più importante dei volontari e degli infermieri specializzati – ci racconta Davide Maria Donati, direttore della clinica III a indirizzo oncologico dell’istituto Rizzoli di Bologna, uno dei centri di eccellenza per l’osteosarcoma – Nel tempo abbiamo capito quanto siano fondamentali iniziative come la scuola in ospedale, lo studio di un piano alimentare su misura per il bambino, la possibilità di creare spazi confortevoli e intimi in cui stare con i genitori. Cose importanti quanto le terapie. Dal punto di vista medico, attualmente affrontiamo il sarcoma con cure combinate, cioè intervento chirurgico e chemio e i dati parlano di una sopravvivenza del 70% dopo 5 anni dalle terapie».
I dati dei tumori tra i bambini sono stabili rispetto a cinque anni fa. E questo male non è. Tuttavia, nei prossimi cinque anni l’Airc, la fondazione per la ricerca sul cancro, stima ancora numeri pesanti: 7mila nuove diagnosi di neoplasie tra i bambini e 4mila tra gli adolescenti. Se tra le cifre cerchiamo anche qualche barlume di notizia positiva, la troviamo. Timida ma la troviamo. Le cure sono sempre più efficaci: i bambini morti di tumore nel 2008 sono stati un terzo di quelli degli anni Settanta. «Sono i tumori del sangue, in particolare le leucemie – spiegano i rapporti Airc – a mostrare i successi maggiori, con una sopravvivenza che in alcuni tipi di tumore oggi supera il 90% dei casi. Gli ultimi dati dicono che dopo la diagnosi, tre bambini su quattro guariscano completamente».
E delle storie a lieto fine non si è mai sazi, soprattutto quando di mezzo ci sono i bambini. Soffriamo per Xana e il suo papà, come abbiamo gioito per il piccolo Matteo, figlio del difensore della Juventus Leonardo Bonucci, quando ha ripreso a fare la lotta con il fratello. O ancora per Giacomo, quando la sua mamma, la showgirl Elena Santarelli, ha annunciato attraverso i social la sua guarigione dal tumore al cervello. In quei momenti quelli sono tutti figli nostri, almeno nelle preghiere.