Corriere della Sera, 31 agosto 2019
Così il Fentanil uccide
Il Fentanil (per quanto si sappia) ha ucciso tre volte in Italia negli ultimi due anni. Tre overdose. La morte di un uomo avvenuta a Milano nel 2017 era stata classificata come «decesso causato da eroina». Dietro c’era altro. C’era un derivato della sostanza che sta provocando un’ecatombe negli Stati Uniti (aggiunta all’eroina, ne potenzia gli effetti).
È stata la tenacia dei ricercatori della Sezione di tossicologia forense del Dipartimento di scienze biomediche dell’università Statale di Milano a permettere di identificare per la prima volta l’Ocfentanil in Italia. Il gruppo di ricerca è guidato dalla professoressa Marica Orioli.
Cosa è il Fentanil?
«È un oppioide sintetico, dunque sintetizzato in laboratorio. Ha effetti simili alla morfina, ma è come minimo 80 volte più potente».
Per cosa si impiega?
«È un analgesico narcotico e ne esistono molti derivati usati in farmacologia. Alcuni analgesici a base di fentanili vengono impiegati in sala operatoria per l’anestesia e per combattere il dolore importante, ma solo in ospedale o sotto strettissimo controllo medico. Non sono molti i fentanili utilizzati per terapie mediche, di certo molti meno di quelli illegali».
Non ci sono altri usi?
«Un derivato, il Carfentanil, è impiegato in veterinaria, come sedativo per grandi animali. Ha una potenza eccezionale, tanto che la dose è controllabile solo per animali di centinaia di chili. Non esiste una dose così piccola di Carfentanil da poterla utilizzare sull’uomo senza conseguenze letali. È 10 mila volte più potente della morfina».
Quanti Fentanil esistono?
Il percorso
Vista l’elevata tossicità, il brevetto fu abbandonato Poi però è riapparso nel mercato nero
«I fentanili sono una classe con struttura simile; chimicamente, le molecole possono essere modificate potenzialmente all’infinito».
Quali sono i pericoli?
«Queste sostanze creano un effetto di dipendenza molto più forte rispetto all’eroina. L’effetto acuto più grave è la depressione respiratoria. Anche l’eroina provoca tale effetto, ma con queste sostanze, essendo 100-200 volte più potenti, il rischio che il respiro rallenti fino a fermarsi è molto amplificato».
Come è «nato» l’Ocfentanil?
«Quasi sempre le molecole vengono sviluppate per cercare nuovi farmaci. Con l’Ocfentanil si cercava un fentanile meno tossico, con meno effetti collaterali.Venne sintetizzato per questo. Aveva superato i primi test, ma poi non era risultato meno tossico e, dopo essere stato brevettato, venne abbandonato. Poi, non si sa quando e come, il brevetto è arrivato nel mercato nero della produzione illegale e dunque è iniziato a circolare».
In Italia sono state trovate queste sostanze?
«Sull’eroina sequestrata non le abbiamo mai identificate (ci sono stati una decina di sequestri di fentanili in Italia, ma direttamente alla “fonte”, spedizioni dal Nord America intercettate a Milano, Piemonte, Perugia, ndr). Uno dei problemi è che queste sostanze spesso vengono modificate, anche in parte minima, e diventano così nuove sostanze, “entità” che lo strumento non riconosce. È una corsa a riconoscere la molecola nuova e avere la “memoria” per trovare la sostanza la volta dopo. Altra possibilità è acquisire gli standard di analisi, venduti in maniera controllata ai laboratori. Qui c’è la difficoltà di reperire gli standard; ogni tanto il ministero ne distribuisce alcuni, ma è sempre una gara a trovare la nuova molecola. Lo strumento può dire che una sostanza “somiglia a”, ma non so cosa sia».
Esistono altre possibilità?
«Sarebbe importante avere campioni di sangue e urina prelevati da pazienti che arrivano con psicosi molto forti in ospedale, quasi folli. Ci sono stati alcuni casi negli ultimi tempi: psicosi risolte con trattamento sanitario obbligatorio, dunque senza problemi psichiatrici pregressi. Dopo le dimissioni, e dopo qualche giorno, quei ragazzi tornano e si trovano nelle stesse condizioni di psicosi. Vuol dire che hanno utilizzato di nuovo la sostanza. Questo discorso non vale solo per il fentanil, ma per tutte le nuove sostanze psicoattive».