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 2019  agosto 31 Sabato calendario

Intervista al notaio di Rousseau

«Ma no, quale Rousseau. Con Davide a pranzo abbiamo parlato di donne, di vacanze, di scacchi. Lo sa che da giovane è stato un grande campione di scacchi? Un ragazzo prodigio». Valerio Tacchini, grande amico di Davide Casaleggio e Beppe Grillo, è il notaio del Movimento. Quanto di più lontano si possa immaginare dai formalismi del pubblico ufficiale. 
Come va. È dura eh? 
«Eh, siamo un movimento giovane, la cosa è complessa, pecchiamo un po’ di inesperienza.Ma io sono un tecnico, non mi tirate in mezzo». 
Ha sentito Di Maio? Toni forti. 
«Ha fatto bene. Meglio arrostire prima che impallidire dopo». 
Prego? 
«Noi notai abbiamo livelli di contenzioso infinitesimali. Serve un programma che elimini ogni rischio». 
Difficile in politica. Quando si vota su Rousseau? 
«Non so, Davide mi ha detto probabilmente la prossima settimana». 
Ci svela il terzo segreto di Fatima: quanti sono gli aventi diritto al voto? 
«Non è sul sito?». 
No. Si è detto 140 mila, poi scesi a 100 mila, un anno fa. 
«Non lo so, io certifico solo il numero dei voti». 
Il garante per la privacy ha detto che il voto è manipolabile alla fonte e che il notaio non se ne può accorgere. 
Lo strumento 
«Voto manipolabile? No, ci sono stati investimenti enormi, tanta tecnologia» 
«No no, ci sono stati investimenti economici spaventosi. Tanta tecnologia. Io certifico, ci metto la faccia. Ma poi è Davide che si assume la responsabilità civile e penale. Non ci sono state anomalie». 
Insomma: intasamenti, attacchi informatici... 
«Guardi, è tutto controllato secondo per secondo. Ma io sono un tecnico. Certifico solo il voto. È un po’ come il televoto di Ballando sotto le stelle e X Factor». 
Grillo dice che c’è «poltronofilia», attaccamento alla poltrona. Si riferiva per caso a Di Maio? 
«Ah ah, ma no, Beppe è Beppe. È fantastico, bisognerebbe frequentarlo almeno una volta al mese. Mi fa morire dalle risate e non pago neanche il biglietto. Lui è l’Elevato, è fuori dalla categoria degli umanoidi. E ha 71 anni. Io a 56 ho smesso di fare il notaio all’Isola dei famosi, che non ce la faccio a tirare le due di notte». 
Però si era candidato al Senato, non eletto.
«Ma come tecnico». 
Senatore tecnico? È consulente anche al Mibact. Sempre come tecnico?
«Certo, individuo curricula sul territorio per nomine negli enti culturali. Sa, sono notaio: ho una gran rete di rapporti». 
I ministri più bravi? 
«Tutti bravi. Ma segnalo quelli che conosco di più, Bonisoli e Bonafede». 
Preoccupato per il voto? 
«Ma no. Il notaio Tacchini certifica in tutti una grande purezza intellettuale. È tutta gente perbene. Non c’è mai tensione al voto. Poi si mangia la pizza».