Libero, 31 agosto 2019
Divorziare fa male alla salute
Non è del tutto vero che il divorzio è preferibile ad un matrimonio vacillante tenuto comunque in piedi. Stando a una ricerca ad opera del Karolinska Instituet di Stoccolma, lo scioglimento di una legittima, accrescerebbe le possibilità di contrarre ictus e infarti, soprattutto nei soggetti che in passato hanno avuto problemi di cuore. A sorprendere ancor di più è stato scoprire che, fattori quali grado di istruzione e condizione economica, giocano anch’essi un ruolo nelle patologie cardiache. A questi risultati si è giunti analizzando le circostanze di vita di 29.226 pazienti svedesi sopravvissuti ad infarto.
LA PROTEZIONE
Il Prof. Joel Ohm, coautore dell’indagine, ha spiegato: «Il matrimonio appare protettivo rispetto alle contingenze ma non si possono dedurre conclusioni sui meccanismi all’origine del fenomeno che il nostro studio si è reso utile ad approfondire. Insomma, il messaggio che emerge da questo lavoro è che lo status socioeconomico è associato ad eventi ricorrenti, tanto che i medici dovrebbero includere le informazioni sullo stato civile e quello socioeconomico quando stimano il rischio di un nuovo evento in un paziente che è sopravvissuto ad un infarto». E come accennato, pare che ad influenzare l’eventualità di ictus ed infarti concorra anche il tempo dedicato all’erudizione: in chi vanta oltre 12 anni di istruzione il rischio sarebbe ridotto del 14% rispetto a chi ne annovera appena 9 o meno. Uno studio americano riuscì anch’esso, nel 2012, ad approfondire l’argomento in oggetto: il team della Duke University di Durham (Carolina del Nord) concluse che, a fare le spese di eventuali matrimoni falliti, sono soprattutto le donne, un 24% delle quali potrebbe andare incontro a complicazioni cardiache dovute allo stress. La percentuale salirebbe al 77% in caso di divorzi multipli. Il pericolo diminuirebbe nell’uomo, stabilizzandosi ad un 10% in caso di singolo divorzio e ad un 30% in caso di divorzio reiterato.
LE DIFFERENZE
È così che la ricercatrice Linda George commentò il risultato: «L’aumento rilevato nella donna è significativo. La cosa più interessante emersa dal lavoro è proprio il fatto che, mentre alla donna risposarsi serve a poco, all’uomo basta un nuovo matrimonio per cancellare l’extra-rischio cuore associato al divorzio. È come dire che al maschio è sufficiente avere a fianco una donna che lo guidi, chiunque sia. Per noi femmine, invece, l’effetto protettivo vale soltanto per il primo matrimonio». È molto interessante anche il modo in cui la George, ai microfoni della Bbc, approfondì le dinamiche che alterano la salute del cuore all’infrangersi del vincolo matrimoniale: «La mia teoria è che dipenda dallo stress psicologico costante che influenza negativamente le difese immunitarie, aumenta l’infiammazione e la produzione di ormoni che impattano su cuore e arterie». Alla luce delle summenzionate indagini, i dati relativi alla penisola appaiono allarmanti: l’Istat riferisce che le famiglie indigenti del Belpaese sono quasi un milione e mezzo. Le separazioni sembrano passate dall’11,3% del 1998 al 23,5% del 2017. Il quadro non è dei più confortanti neppure in materia di istruzione in merito alla quale, l’Italia, conta un numero inferiore di diplomati e laureati rispetto al resto d’Europa. Forse non è un caso che, i decessi imputabili ad infarto, siano circa 120mila l’anno.