Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  agosto 31 Sabato calendario

Veronica deve restituire 46 milioni a Berlusconi

milano Veronica Lario (al secolo Miriam Bartolini) «può contare su un cospicuo patrimonio costituito integralmente» da Silvio Berlusconi in quasi vent’anni di matrimonio che le consente di mantenere «un elevato tenore di vita» anche dopo il divorzio, ma proprio per questo non ha diritto a ricevere altro dall’ex marito. La Cassazione mette una pietra tombale sull’infinita battaglia legale tra il Cavaliere e l’ex attrice confermando la decisione con la quale nel 2017 la Corte d’appello di Milano aveva cancellato il maxi assegno da 1,4 milioni di euro che dal 2014 Berlusconi staccava ogni mese all’ex moglie.
Nell’ordinanza depositata ieri, i giudici della prima sezione civile ripercorrono la strada tracciata dalle Sezioni unite nel 2017 secondo le quali l’assegno divorzile va riconosciuto al coniuge economicamente più debole in caso di «effettiva e concreta non autosufficienza» valutando il contributo dato alla famiglia e non più per garantirgli lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio. I giudici d’appello avevano ricordato che, nel corso del matrimonio, Veronica Lario aveva avuto da Berlusconi, che voleva garantirle un’autonomia economica, milioni di euro in denaro liquido e gioielli ai quali vanno aggiunti i circa 100 milioni che ha ricevuto dal 2014 dopo la separazione (26.000 euro al giorno, hanno quantificato i legali dell’ex premier, gli avvocati Pier Filippo Giuggioli e Valeria De Vellis) quando i giudici le accordarono un assegno di mantenimento di tre milioni al mese, ridotti poi a due.
La signora è socio unico della srl «Il Poggio» che ha in pancia immobili prestigiosi in Italia, a New York e a Londra e di recente, annotano i giudici, ha acquistato a Milano un appartamento da 1,5 milioni. I legali della Lario, gli avvocati Maria Cristina Morelli, Lorenzo Romanelli e Bruno Cavallone, hanno ribattuto che gli assegni del mantenimento erano serviti a «a mantenere il tenore di vita coniugale», che i gioielli erano stati «destinati ai figli» Barbara, Eleonora e Luigi, che «la liquidità» si era «notevolmente ridotta» per ripianare le perdite della società a causa «dell’andamento della Borsa» e che i giudici di primo grado non avevano considerato correttamente il contributo positivo che ha dato alla «conduzione della vita familiare» occupandosi «in via esclusiva dei figli» e giovando «all’immagine pubblica di Berlusconi e al suo successo anche in termini di ricchezza».
Le motivazioni
Il diritto ai versamenti è tale solo in caso di «effettiva e concreta non autosufficienza»
Per la Cassazione il patrimonio che le ha costituto Berlusconi, il quale aveva accumulato la sua «enorme ricchezza» ben prima del matrimonio, compensa Lario per tutto ciò che ha fatto per la famiglia e per l’aver sacrificato la sua carriera di attrice, «consentendole di affrontare la fase successiva allo scioglimento del vincolo in condizioni di assoluta agiatezza».
«La novità è che quanto dato da un coniuge nel matrimonio va valutato per compensare l’eventuale sacrifico che l’altro coniuge ha fatto per la famiglia», commenta soddisfatto l’avvocato Giuggioli, in sintonia con la collega De Vellis: «È importante che venga valorizzata la storia familiare». Ora Veronica Lario dovrà anche restituire all’ex marito gli oltre 46 milioni ricevuti fino a quando, nel 2017, il presidente di Forza Italia bloccò i pagamenti.