Corriere della Sera, 31 agosto 2019
Arrestato il fratello del leader dei Tiromancino
VANITYX
ROMA A più di 24 ore dall’arresto, sui social c’era ancora qualcuno che pensava fosse una via di mezzo fra una bufala e una trovata pubblicitaria. Poi, dopo la conferma ufficiale, sul profilo di Francesco Zampaglione hanno preso il sopravvento i post di incoraggiamento e vicinanza, perché quello in cui è incappato l’ex chitarrista dei Tiromancino, fratello di Federico, fondatore e frontman dello storico gruppo romano, per qualcuno può anche essere considerato «un (banale?) errore durante il suo percorso di vita». Errore che tuttavia porterà questa mattina il 49enne musicista e compositore davanti al gip Clementina Forleo per l’udienza di convalida a Regina Coeli: è accusato di tentata rapina aggravata e lesioni nei confronti del cassiere della Banca Intesa di circonvallazione Gianicolense, dove nel primo pomeriggio di giovedì Zampaglione è entrato armato di una pistola a gas (scarica), alla quale aveva tolto il tappo rosso. Voleva svaligiare le casse, ma le ha trovate vuote, in attesa che fossero riempite all’apertura della cassaforte a tempo.
Tutto questo Zampaglione non lo sapeva e si è invece trovato davanti un cassiere che non si è spaventato per la pistola che impugnava, simile a una vera semi automatica, e ha anzi tentato di bloccarlo, prima all’interno della banca e poi sul marciapiede.
«Ha agito per problemi economici», spiega ora chi indaga sulla tentata rapina, che si è conclusa qualche minuto più tardi con l’intervento della polizia avvertita dallo stesso dipendente, contuso e morso a un braccio dal musicista che voleva assicurarsi la fuga. Ma non è andato lontano: ha gettato la pistola sotto un’auto in sosta, si è cambiato la maglietta per confondere i poliziotti, senza accorgersi tuttavia che il cassiere non lo aveva perso di vista e per telefono comunicava tutto quello che faceva alla sala operativa della Questura.
Insomma, un assalto in banca disperato e dal motivo per ora sconosciuto, che forse oggi Zampaglione – incensurato e solo con un vecchio precedente di polizia per stupefacenti – spiegherà al giudice. Intanto agli agenti del commissariato Monteverde, dove è stato portato dopo l’arresto, non ha detto nulla. Nei suoi confronti il pm Mario Dovinola ha già chiesto la convalida del provvedimento, poi forse gli saranno concessi i domiciliari.
L’arma scarica
Il chitarrista ha agito per motivi economici Aveva una pistola a gas scarica
Solo mercoledì scorso, Zampaglione aveva postato su Facebook una foto di sette anni fa con Federico, Claudia Gerini (ex moglie del cantante) e Michele Placido, sul set del film Tulpa-Perdizioni mortali (diretto proprio dal fratello) per il quale aveva composto la colonna sonora. «Ne ho fatte molte – scriveva – finché il mio spirito anarchico mi ha costretto a evitare rapporti con registi e produzioni. Più o meno la stessa idiosincrasia che provo per i cantanti. Ringrazio Dio per avermi costretto a percorrere la strada che mi sta portando a uscire col mio secondo disco solista».
Proprio i rapporti con il fratello sono stati più volte al centro delle cronache. A partire dal 2001 quando Federico annunciò in un’intervista su Rockol che Francesco e l’ex fidanzata Laura Arzilli, con il produttore Riccardo Senigallia, erano usciti dai Tiromancino per tensioni interne alla band al culmine del successo, dopo «Alone alieno», «Rosa spinto» e soprattutto «La descrizione di un attimo». «Tiromancino non è un progetto solo suo», aveva risposto il chitarrista che più tardi è tornato a collaborare con lui, fino alla definitiva rottura nel 2015: «Purtroppo dopo l’ennesima e furibonda lite —aveva scritto allora Francesco – mi trovo a dover rinunciare mio malgrado al proseguimento del tour».