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 2019  agosto 31 Sabato calendario

Biografia di Francesco Zampaglione

Dai concerti alla rapina in banca. Sembra la trama di un brutto film, invece Francesco Zampaglione, 49 anni, fratello di Federico, leader dei Tiromancino, giovedì ha fatto una scelta estrema. Quella di infilarsi nella filiale di una banca, nel quartiere Gianicolense a Roma, nelle prime ore del pomeriggio, per fare una rapina. Ha minacciato i dipendenti con una pistola priva del tappo rosso, poi risultata giocattolo. Attimi di concitazione, il borsone pieno di soldi, Zampaglione prima di essere messo in fuga dal cassiere, gli avrebbe morso un braccio. In strada si sarebbe cambiato la maglietta per non farsi riconoscere, ma un cliente della banca che lo aveva seguito a distanza ha dato l’allarme al 112. Così è stato bloccato dai poliziotti delle Volanti, senza opporre resistenza. È stata anche recuperata la maglietta indossata durante la rapina e di cui si era disfatto una volta uscito dalla banca. La Procura di Roma ha chiesto la convalida dell’arresto e l’udienza davanti al gip Clementina Forleo è fissata oggi nel carcere di Regina Coeli. Per gli inquirenti, Zampaglione avrebbe agito per problemi economici.
Questa è la cronaca di quello che è successo, ma non spiega tutto. Non racconta la parabola di un musicista di talento, «il più intelligente di tutti, un vero artista» dicono gli amici. Un artista fragile uscito dalla tossicodipendenza, un uomo, non più ragazzo, che aveva iniziato un percorso con il fratello e dal confronto, chissà, forse era uscito schiacciato. Personalità forte, musicista, regista sceneggiatore e scrittore, un legame con Claudia Gerini da cui è nata la figlia Linda, Federico Zampaglione, 51 anni, è il fratello maggiore. Un rapporto di amore, collaborazione artistica, scontri e la rottura nel settembre 2015 che Francesco annuncia in un post: «Purtroppo dopo l’ennesima lite furibonda tra me e mio “fratello” Federico mi trovo a dover rinunciare mio malgrado al proseguimento del tour». Erano tornati sul palco insieme dopo una separazione durata quattordici anni, nel marzo 2014, per l’album Indagine su un sentimento, che aveva visto il ritorno nella band di Francesco. Poi l’addio.
Ma si vedevano per le feste in famiglia, a casa dei genitori. Francesco Zampaglione aveva comunque inciso i suoi dischi, continuando il suo percorso artistico, di nicchia. Dalla collaborazione tra fratelli sono nati gli album Alone alieno e Rosa spinto. Nel 2000, dopo che i Tiromancino erano arrivati secondi a Sanremo giovani con Strade (insieme a Riccardo Sinigallia), era uscito La descrizione di un attimo. Un grande successo. Federico Zampaglione è in tour in Sicilia, posta foto felici, ha incontrato Antonello Venditti, i concerti sono sold out. Ieri sera ha suonato a Enna. Si è chiuso nel silenzio, nessuna voglia di commentare. Solo un dispiacere profondo, «perché non avrebbe mai immaginato di leggere su Internet una notizia come questa» racconta il suo staff. Le dinamiche tra i due fratelli artisti sono state segnate da fughe e ritorni. Ma la famiglia Zampaglione è sempre stata una famiglia bella, allargata, dove spiccava la figura della madre, scomparsa anni fa, che ha accolto in casa ragazzi in difficoltà. Francesco e Federico hanno fratelli adottivi, sono cresciuti con i valori della solidarietà e della condivisione. Il padre, professore di Filosofia, ex preside, ha scoperto cosa era successo al figlio da un sms, inviato da un ex alunno che esprimeva il suo dispiacere. Francesco ha avuto problemi di tossicodipendenza, ma dicono che avesse vinto la battaglia con l’eroina; mentre qualcun altro sospetta che possa aver accumulato debiti proprio per le sostanze. Il percorso coi Tiromancino è segnato da successi e liti «ma d’altronde con Federico ci hanno discusso tutti, è capitato. I fratelli erano divisi ma uniti». Certo Francesco, spirito anarchico, non avrebbe chiesto a Federico i soldi di cui aveva bisogno. Tanti sostengono che questo gesto assurdo, di cui pagherà le conseguenze, sia più in stile Casa di carta che Romanzo criminale «perché non riconosciamo Francesco».
Per capire lo stato d’animo di Zampaglione in questi giorni, bisogna leggere cosa scriveva su Facebook. Considerazioni amare, post rabbiosi con riferimenti all’immigrazione, contro il governo e contro Salvini. Ma non così diversi, nei toni, dalle migliaia di post di gente indignata che si sfoga sui social. Il 23 agosto alle 18.38 scrive: «La cosa più temuta dai politici è l’integrazione. Come farà la Lega e gli altri quando le persone inizieranno a fare amicizia e ci si renderà conto che gli unici criminali che giornalmente rubano truffano e delinquono sono proprio loro, i maledetti governanti? Saranno c…i loro!!». Il 27 agosto: «Salvini mi ha tolto l’amicizia..! non posso più commentare i suoi post!!! e dire che ero sempre stato istituzionalmente corretto». E ancora con un altro intervento intitolato “La difesa dei confini”: «Abitando da un annetto a Monti, per chi non è di Roma è un quartiere abbastanza centrale vicino al Colosseo, ho visto che alcuni immigrati riuscivano a sbarcare il lunario vendendo bottigliette d’acqua e ombrelli. Questa cosa infastidiva molto le guardie che organizzavano spedizioni per sequestrare quel misero materiale ai poveretti». Ed era arrabbiatissimo, «perché se si costringe la gente a morire di fame poi sarà costretta a trovare soluzioni più disoneste per vivere».