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 2019  agosto 31 Sabato calendario

Veronica Lario deve restituire 60 milioni a Silvio

Stavolta Berlusconi dovrebbe ringraziarli, i giudici. Almeno quelli della prima sezione civile della Cassazione, che ieri hanno confermato la sentenza del novembre 2017 con cui la Corte d’appello di Milano aveva bloccato l’assegno di divorzio da 1,4 milioni al mese. Soldi che il leader di Forza Italia doveva alla sua ex moglie Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, in virtù di un pronunciamento del tribunale di Monza. Non solo: Lario dovrà anche restituire con gli interessi i circa 60 milioni di assegni già versati da Berlusconi dal marzo 2014 (il mese successivo alla sentenza di divorzio) al novembre 2017, quando si è pronunciata la Corte d’appello.
A dare ragione al leader di Forza Italia è stato il principio – cristallizzato da un’altra sentenza della Cassazione a sezioni unite del 2018 – secondo cui, per riconoscere il diritto all’assegno, si deve sì tener conto della sproporzione tra i patrimoni di moglie e marito, ma si deve anche valutare se la ricchezza di uno (o dell’altra) sia conseguenza delle scelte di coppia fatte quando l’amore c’era ancora: il diritto dev’essere garantito, ad esempio, nel caso della donna che abbia rinunciato alla carriera, e ai redditi, per crescere i figli.
Nella vicenda di Silvio e Veronica però, secondo la Cassazione, «l’oggettivo squilibrio» tra il patrimonio di lei e quello di lui «non discende dall’impostazione della vita coniugale e familiare», godendo Silvio Berlusconi «di una condizione di enorme ricchezza personale acquisita ben prima del matrimonio e non influenzata dalla conduzione della vita familiare». Non solo: l’intero patrimonio di lei, invece, è stato formato «da parte dell’ex coniuge».
Il che, sostengono i giudici, le ha consentito «di affrontare la fase successiva allo scioglimento del vincolo in condizioni di assoluta agiatezza», oltre a compensare «il sacrificio delle aspettative professionali della ricorrente» (che dopo l’incontro col marito abbandonò la carriera di attrice). Secondo Valeria De Vellis, che ha difeso Berlusconi insieme all’avvocato Pier Filippo Giuggioli, «è una sentenza importante che valorizza la storia familiare della coppia e valuta quello che effettivamente i coniugi hanno fatto insieme».
In una battaglia legale in cui i milioni sembrano noccioline, grossa parte del lavoro degli avvocati è stata cercare di calcolare il patrimonio dell’ex moglie dell’ex Cavaliere. Una quantificazione credibile anche secondo la Cassazione è quella fatta dalla Corte d’appello. Lario è socia unica della società immobiliare il Poggio srl, che ha un patrimonio complessivo di oltre 50 milioni di euro (bilancio 2015). Più gioielli dal valore di decine di milioni (destinati però ai figli) e una casa a Milano da 1,5 milioni. E ancora una villa a S-chanf, nell’Engadina svizzera, intestata all’ex suocera di Berlusconi. Infine, bisogna aggiungere qualcosa come 104milioni di euro ricevuti dall’ex marito per un mantenimento da «26 mila euro al giorno».Luca De Vito

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Dario Cresto-Dina, la Repubblica
Ha scelto il silenzio in pubblico, ancora una volta, come ha fatto in tutti questi lunghi anni di battaglia giudiziaria attorno a un matrimonio prima felicissimo, poi attraversato dall’incendio di uno scontro senza esclusione di colpi. Facciamo parlare le carte, le ha sempre suggerito l’avvocata Cristina Morelli. Ma oggi è un silenzio mantenuto fino a un certo punto perché Veronica Lario con i figli e con le amiche ha condiviso la sua grande amarezza. L’ex marito ha vinto ancora, questo Veronica non si permette di contestarlo per rispetto nei confronti della magistratura, ma per la prima volta si dice molto dispiaciuta: «Mi sento ferita sul piano dei diritti». Confessa anche un rimpianto che può suonare paradossale: «Forse ho sbagliato ad affrontare un uomo che nelle sedi giudiziarie ha vinto la maggior parte delle volte». Ed ecco il paradosso: «Avrei dovuto rinunciare alla causa fin dall’inizio. Avrei dovuto semplicemente fare le valigie e andarmene di casa». Anche perché un passo dopo l’altro è ciò che nei fatti è accaduto. Veronica Lario, infatti, ha prima dovuto lasciare la villa di Macherio dove ha cresciuto i suoi tre figli, trasferirsi poi a Monza e infine a Milano. Una vicenda che nella primavera di dieci anni or sono era cominciata facendo perno sul tenore di vita, spiega adesso Veronica, si è completamente rovesciata. I magistrati le chiedono di restituire anche somme che non ha hai ricevuto dall’ex marito. E sui social qualcuno le consiglia, si sfoga ancora con chi le sta vicino, di andare a lavorare.
Sono parole, quelle di Veronica, pronunciate a caldo, sull’onda dell’emozione che le ha suscitato il verdetto della Suprema corte. La sentenza della Cassazione brucia ma Veronica su questo non ha dubbi: non mi permetto di giudicarla, aspetto di leggere e analizzare con calma le motivazioni per capire meglio. Il pensiero non detto è però che considera sia stato cancellato un suo diritto, quello di poter contare sul mantenimento del tenore di vita che il matrimonio con Berlusconi le aveva consentito. La storia e alcune sentenze di questi anni l’hanno tuttavia smentita giustificando il giudizio della Cassazione. «Sono stata un’ingenua — ripete a chi l’ha sentita in queste ore — , avrei dovuto lasciare tutto sin dal giorno in cui ho detto basta e ho deciso di divorziare».