Libero, 30 agosto 2019
La Svizzera vuole riportare il Regno Unito nell’Associazione europea di libero scambio
Fuori dal perimetro dell’Unione Europea si sta davvero a proprio agio, senza troppe regole e costrizioni. Se i cittadini britannici più perplessi avranno nostalgia dello spazio comunitario, potranno sempre consolarsi con una puntatina a Berna, Ginevra, Zurigo Oslo, Reykyavik oppure a Vaduz. Non saranno paragonabili a Roma o a Parigi, ma sono sempre meglio di Bruxelles. Riportare la Gran Bretagna nell’Associazione europea di libero scambio (AELS), di cui fa parte anche la Svizzera: è il piano promosso da alcuni politici elvetici che si recheranno prossimamente a Londra. Anche il ministro dell’Economia Guy Parmelin sarà in settembre nella capitale britannica. L’idea di fondo – riferiva ieri il quotidiano Tages-Anzeiger – sarebbe di far aderire il Regno Unito all’AELS (che comprende oggi Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) per permettere al Paese di rimanere ancorato nel mercato interno dell’Ue, attraverso l’accordo sullo Spazio economico europeo (da cui la Confederazione, con il famoso voto popolare del 1992, si è esclusa, preferendo un approccio bilaterale con l’Ue). L’adesione dovrebbe durare almeno sino a quando fra Londra e Bruxelles non sarà concordata un’intesa sulla Brexit. I rappresentanti elvetici avevano avanzato questo piano già un anno fa ma la reazione era stata piuttosto fredda. COLLOQUI IN PROGRAMMA Secondo il deputato liberal radicale Hans-Peter Portmann, presidente della Delegazione AELS/UE dell’Assemblea federale, il nuovo governo di Boris Johnson sembra invece mostrare maggiore interesse per questo approccio. All’inizio di ottobre la Delegazione si recherà a Londra per colloqui, ha anticipato Portmann al Tages-Anzeiger. A Londra, già all’inizio di settembre, è atteso anche Guy Parmelin per incontrare la nuova ministra del commercio Elizabeth Truss. Secondo il quotidiano potrebbe essere affrontato il tema dell’AELS, cosa che però il Dipartimento dell’economia non conferma. Un’eventuale adesione del Regno Unito all’AELS sarebbe una notizia positiva per la Svizzera, dichiara la deputata Elisabeth Schneider-Schneiter del partito Popolare Democratico, presidente della commissione esteri alla testata zurighese poiché «tornerebbe a esserci in Europa un club forte che vuole cooperare soprattutto sul fronte economico, meno su quello politico». Il Regno Unito fu nel 1960 fra i sette Paesi fondatori dell’AELS, insieme ad Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svezia e Svizzera. Nel 1972 lasciò l’organizzazione per aderire all’allora Comunità economica europea (CEE), l’organismo che diventò poi l’Unione Europea. Le premesse per un’adesione erano state gettate già l’11 febbraio scorso, con la firma a Berna di un accordo commerciale bilaterale da parte di Parmelin e dell’allora ministro del commercio estero britannico Liam Fox. L’INTESA DI FEBBRAIO In base al testo sottoscritto, i diritti e gli oneri economici e commerciali prestabiliti dalla Svizzera con l’Ue rimarranno in vigore per entrambi i Paesi dopo l’uscita del Regno Unito dall’ambito comunitario. Nel caso di “no-deal” invece, gli accordi stipulati fra i due Paesi entreranno in vigore temporaneamente. Il Regno Unito ha sempre avuto intensi rapporti economici con la Svizzera. Basti pensare che nel 2017 si è posizionato sesto nella classifica degli importatori di prodotti svizzeri, con stime che si aggiravano intorno agli 11 miliardi di franchi svizzeri. Allo stesso modo, la Svizzera risulta l’ottava economia importatrice di prodotti britannici. Sempre nel 2017, il Regno Unito è risultato il quinto Paese destinatario di investimenti diretti svizzeri, per l’ammontare di 54 miliardi di franchi. 60 miliardi di franchi invece, sono stati gli investimenti britannici in Svizzera.