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 2019  agosto 30 Venerdì calendario

Mare Jonio, sbarcati in 64 (bimbi, ammalati e donne incinte)

Il gip del tribunale di Agrigento Stefano Zammuto ha convalidato il sequestro della Open Arms – che attese per 19 giorni un porto sicuro con 83 persone a bordo – ma contestualmente ha deciso la restituzione della nave all’Ong spagnola valutando che «non sussistono, dopo l’evacuazione e il soccorso dei migranti, esigenze probatorie anche in considerazione del fatto che non si ascrive all’organizzazione e all’equipaggio alcuna responsabilità». Il sequestro fu disposto il 20 agosto dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella nell’ambito dell’inchiesta che ipotizza, per il momento a carico di ignoti, il reato di rifiuto di atti di ufficio in relazione alla mancata evacuazione della nave che aveva appena salvato i migranti al largo della Libia. «Sussiste il fumus del reato di sequestro di persona da parte dei pubblici ufficiali in corso di identificazione – scrive il gip – sulla base del fatto che il Tar aveva sospeso il divieto di ingresso in acque territoriali e i migranti sono, quindi, stati trattenuti indebitamente dal 14 agosto». Ora la nave, tecnicamente, è «libera» di tornare in mare. Così interviene, criticando la decisione, Matteo Salvini: «Porti chiusi a scafisti e Ong, in arrivo un’altra indagine contro di me per sequestro di persona per il caso Open Arms. Nessun problema, nessun dubbio, nessuna paura. Difendere i confini e la sicurezza dell’Italia per me è stato e sarà sempre un orgoglio!». Resta complicata la situazione delle altre due navi per le quali Salvini – assieme ai colleghi dei Trasporti e della Difesa Toninelli e Trenta – ha firmato il divieto di ingresso. La «Eleonore» dell’Ong tedesca Lifeline e la «Mare Jonio» dell’Ong Mediterranea, che ha salvato 98 migranti. Ieri sera ne sono sbarcati 64 fra bambini, donne incinte e malati dopo l’ok del Viminale, mentre dalla nave spiegano che «la Capitaneria ci nega il riparo sotto costa, rimaniamo al largo, nel mare ingrossato».