ItaliaOggi, 30 agosto 2019
Russia, i ghiacci si ritirano dalla rotta artica e regalano nuove terre
La rotta è aperta, sgombra e non servono rompighiaccio. La scorciatoia artica da metà agosto permette una navigazione regolare anche per le navi standard: si apre così la stagione delle spedizioni nell’Artico lungo la Rotta del Mare del Nord, il collegamento marittimo di 5.500 chilometri tra Asia ed Europa che scorre a fianco della costa artica russa, nelle acque della zona economica esclusiva della Federazione e che passa anche dal Mare della Siberia orientale, la regione che ha la copertura ghiacciata più duratura.La Rotta del Mare del Nord è stata definitiva più volte una priorità per Vladimir Putin. D’altronde i nuovi investimenti e le nuove esplorazioni in campo energetico si concentrano in queste impervie zone, come l’impianto per il gas naturale liquefatto aperto due anni fa nella penisola di Yamal. L’obiettivo del Cremlino è raggiungere gli 80 milioni di tonnellate trasportate lungo questo rotta nel 2024: l’anno scorso ci si è fermati a 20 milioni e secondo le stime del ministero delle risorse naturali si toccheranno i 30 milioni nel 2019. Per il momento le merci trasportate sono idrocarburi e l’attività sulla penisola di Yamal è quella che alimenta maggiormente le spedizioni.
La stagione senza ghiacci dura circa tre mesi, ma i cambiamenti climatici potrebbero presto allungarla e renderla quindi commercialmente più interessante, anche se per l’ambiente non è certo una buona notizia: stando ai dati del Nation Snow&Ice Data Center, l’estensione dei ghiacci marini artici quest’anno è vicina ai livelli del 2012, quando si raggiunse il minimo storico. La ritirata dei ghiacci ha portato alla luce nuova terra russa: un’isola di 55 chilometri quadrati tra le acque degli arcipelaghi della Novaya Zemlya e della Terra di Francesco Giuseppe. Negli ultimi quattro anni sono state scoperte una trentina di nuove terre, tra isolotti, promotori, baie e stretti emersi dai ghiacci in scioglimento.
Tornando alla Rotta del Mare del Nord, secondo i dati dell’amministrazione russa il traffico resta basso: nell’ultima settimana di agosto sono 94 le imbarcazioni che attraverseranno lo stretto di Bering e l’arcipelago di Novaya Zemlya, come riporta The Barents Observer. La stragrande maggioranza delle navi si trova nella parte più occidentale della rotta, dove il ghiaccio si era sciolto già a luglio; mentre solo una trentina sono localizzate nelle acque ad Est del Mare di Kara. Tra le navi in viaggio ci sono 20 cisterne che trasportano idrocarburi dal terminal di Novy Port agli impianti di gas naturale liquefatto di Yamal. Tra i mezzi marittimi impiegati per questo scopo c’è anche la Nikolay Urvantsev, una rompighiaccio da 299 metri appena consegnata alla compagnia giapponese Mitsui Osk Lines dal cantiere coreano Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering.
Si diceva del traffico che non decolla: finora sono 662 le navi che hanno chiesto all’amministrazione russa il permesso di navigare sulla rotta, più o meno in linea con il dato medio degli ultimi cinque anni. Il 2018 si è chiuso con 808 permessi rilasciati. E non tutte le navi trasportano effettivamente merci, visto che quasi la metà rappresentano una flotta di rimorchiatori e navi di supporto e servizio.