Il Sole 24 Ore, 29 agosto 2019
Toyota e Suzuki insieme per la guida autonoma
L’industria giapponese dell’auto fa quadrato, si aggrega e si prepara ad affrontare le sfide tecnologiche sempre più pressanti: elettrificazione e guida automatizzata in primis. E questo il senso dell’alleanza siglata ieri tra Toyota e Suzuki che dopo oltre tre anni di flirt e mesi di partnership hanno deciso di avvicinarsi ulteriormente, con un piccolo ma significativo scambio di capitale azionario per suggellare un’alleanza di lungo termine volta alla promozione della ricerca e lo sviluppo congiunto di nuove collaborazioni a livello tecnologico, tra cui la guida autonoma e quella fortemente assistita.
Toyota acquisirà 24 milioni di azioni Suzuki, equivalenti al 4,9% del capitale azionario, per un valore di 96 miliardi di yen. Suzuki rileverà direttamente sul mercato un importo pari 48 miliardi di yen di azioni Toyota. Le acquisizioni saranno realizzate dopo l’approvazione delle autorità competenti nei vari mercati in cui operano i due gruppi.
Le due case avevano prospettato un’intesa dalla fine del 2016, e a partire dal marzo di quest’anno le due società hanno perfezionato la partnership nel campo della produzione di powertrain elettrificati (ibridi, elettrici e mild hybrid) e la loro adattabilità in modo profittevole anche vetture compatte (quelle dove i margini sono in maggiore pericolo) in cui è specializzata Suzuki con modelli ibridi leggeri come Swift o Ignis.
L’industria auto giapponese va verso una nuova era di consolidamento per far fronte agli investimenti in tecnologie necessari al fine competere in un mercato dove l’auto è un concentrato di innovazione che spazia dai powertrain elettrificati, agli Adas, alias Advanced Driver Assistance Systems, cioè gli ausili digitali di assistenza passiva e attiva alla guida installati sulle auto, fino ai sistema di infotainment connessi.
Con l’accordo attuale con tanto di scambio di capitale le due aziende confermano l’impegno per affrontare le sfide del settore automobilistico che sta in questo periodo vivendo una svolta senza precedenti per affrontare normative sempre più rigide per il controllo delle emissioni, soprattutto dei gas climalteranti come la CO2 e soprattutto sfide tecnologiche come la guida autonomatizzata, connettività 5G, piattaforme modulari che richiedono investimenti ingenti e la condivisione di know-how. Il patto tra le due giapponesi s’inserisce, al di là della questione relativa allo scambio azionario, nel solco delle partnership tra competitor tese ad affrontare congiuntamente sfide tecnologiche e la desertificazione dei margini che l’elettrificazione forzata rischia di generare.
Per raccogliere le sfide insieme in questa era di transizione, Toyota e Suzuki puntano a creare una partnership a lungo termine per promuovere la collaborazione in nuovi campi, compreso come accennato quello della guida autonoma. E va ricordato che se Toyota è un colosso dell’auto, leader nell’ibrido, Suzuki, più piccola dal punto di vista industriale è una stella di prima grandezza delle moto e della mobilità su due ruote.
Del resto è sempre più palese che nessun costruttore, neanche il più grande può stare da solo in questa fase così complicata della storia dell’automobile, mentre i più piccoli di certo non possono affrontare investimenti troppo onerosi. Non per nulla negli ultimi mesi abbiamo visto nascere alleanze industriali come quella tra Volkswagen e Ford proprio sulle tecnologie per l’assistenza alla guida e soprattutto sulle vetture elettriche e qui il punto più interessanti dell’intesa è la condivisione da parte del gruppo di Wolfsburg della piattaforma modulare Meb (in tedesco Modularer Elektrobaukasten, in inglese Modular Electric Toolkit).
Toyota con l’operazione Suzuki conferma un percorso di crescita e di evoluzione in una sorta di guida hi-tech, di hub automobilistico giapponese volto lo sviluppo tecnologico dell’auto con accordi con case minori per far fronte anche all’avanzata di Nissan con Mitsubishi e alla sfida tecnologica sul fronte dell’elettrificazione portata avanti da rivali come, primo fra tutti, il gruppo Volkswagen.
Toyota, leader nell’ibrido, infatti, è da tempo alleata anche con Mazda per le vetture elettriche che le due case svilupperanno sulla base delle tecnologie create dalla Ev Common Architecture Spirit, una struttura operativa costituita appositamente da Toyota e Mazda insieme a Denso, produttore di componenti del gruppo Toyota.