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 2019  agosto 29 Giovedì calendario

Toruture e morte. Ecco cosa succede a chi tradisce la mafia nigeriana

Ferree regole e punizioni che suonano come campane a morte per chi sgarra. Rigide gerarchie che attingono a piene mani dal gergo militare (Capitani, tenenti, sergenti e soldati), ancestrali riti di affiliazione, obblighi di versare una royalty alla casa madre per ogni profitto criminale e imperativi di assistere le famiglie dei carcerati per almeno tre mesi successivi all’arresto. Ancora: segretezza assoluta con chiunque non faccia parte del gruppo, aree di competenza e segmenti di economia criminale definiti per settore, articolazioni territoriali in franchising che riproducono la cellula di origine. Sembra la ‘ndrangheta e invece sono i Maphite, potente mafia nigeriana, impressa nel manuale istitutivo, la Green Bible: un libro mastro, che ha svelato codici e regole, di uno dei sette secret cults della mafia africana. I poliziotti della squadra Mobile di Torino l’hanno sequestrata a Roma, in un ufficio postale, in transito (dalla Nigeria) tra pacchi e raccomandate. Nei giorni scorsi il testo completo è stato depositato ai Tribunali della Libertà di Catania, Modena e Torino. Uno dei capi italiani dell’organizzazione è difeso dal legale torinese Manuel Perga La traduzione dall’inglese effettuata da un consulente nominato dalla Dda di Torino, è in calce agli atti dell’inchiesta. Si scopre cosi che i Maphite in Italia sono divisi in 4 ramificazioni esattamente come i mandamenti delle ‘ndrine calabresi. «Qualsiasi individuo che desideri farne parte deve essere della nostra razza africana. Lo deve raccomandare un membro». Come i «contrasti onorati» delle ‘ndrine che devono superare un periodo di prova prima di diventare «picciotti lisci», l’aspirante Maphite «dovrà essere tale per 120 giorni». Solo dopo «e previa osservazione» avverrà «una votazione». Una volta entrato «si occuperà di droga, “contract killing”, prostituzione, rapine su larga scala, armi». Con una consapevolezza. E cioè che «non ci sono soldi buoni o soldi cattivi. Ci sono solo soldi. Questa è la nostra vita, ed è meravigliosa. Se riesci ad averla e a farla franca, hey, è grandioso». Con delle regole inderogabili, però: «Non frodare la fratellanza. Non essere un informatore, non fare amicizia con nessuno della famiglia della polizia: tutte queste cose comportano la pena della morte». Chiunque «ha qualcuno della famiglia coniugato con poliziotto non può entrare:non possiede i valori morali». Ancora: «Chi si appella alla legge contro i suoi simili o è un pazzo o è un codardo e deve pagare il grande prezzo per la sua follia a tempo debito. È vigliacco tradire un criminale davanti alla giustizia, anche se i suoi reati sono contro di te». I Maphite si definiscono una organizzazione criminale «autarchica», quindi autosufficiente: «Ogni accordo con gruppi di mafie locali italiani viene annientato: noi non abbiamo bisogno di loro per operare in Italia. Possiamo agire da soli per il momento». Anche con i cults africani non devono esserci collegamenti. Anzi: «Gli Eiye e i Black Axes saranno per sempre vostri nemici».
Ai giovani (showguy) che entrano nella grande famiglia Maphite si raccomanda: «Tieni gli occhi aperti e la bocca chiusa. Non lamentarti delle punizioni perché se non puoi pagare, non puoi giocare». E per rassicurarli è stato stabilito che per «ognuno di essi che finisce in carcere per la prima volta saranno stanziati 10 mila dollari entro 48 ore». Nella ‘ndrangheta è la «bacinella» destinata al mantenimento dei parenti dell’arrestato. Il fine è trasversale alle due mafie: evitare pentimenti. Anche perché – si legge nel testo della Green Bible – «violare il codice di omertà può portare all’assassinio dell’informatore». Lo decide un Gran Jury equivalente al Tribunale della ‘ndrangheta, una giustizia interna, parallela a quella dello Stato. Ma violenta, più veloce. E senza appello.