la Repubblica, 29 agosto 2019
Maurizio Costanzo e la politica
Mediaset Extra del 28 si è dedicata per intero (24 ore) a ritrovare varie tracce dei Maurizio Costanzo in televisione. Il pretesto, l’ottantunesimo compleanno, è alquanto misterioso – trattandosi di Costanzo il predicato ci sta bene perché cose del genere in genere si fanno per i genetliaci con lo zero in fondo. Ma non importa, perché il personaggio una celebrazione non v’è dubbio alcuno che la meriti. Aveva già scritto di tutto per il cinema e teatro quando nel 1977 esplose in televisione (su Rai Uno quand’era il centro della tv intera) con un titolo, Bontà loro, che già diceva tutto di quanto di lì in poi avrebbe mostrato: l’ossequio ironico al Potere Istituzionale, nel mentre che comunque se ne faceva il tramite; la tv dei primi piani, che leggeva i volti al di là delle parole e solo per questo rendeva tutti un po’ i mostri di se stessi, e quindi “casta”, quanto più si sforzavano di risultare simpatici e alla mano.
Un destino a cui, se finiva dentro quel linguaggio, non sfuggiva, godendoci per di più, qualsiasi politico, divo, scrittore o giornalista.
In effetti il Nostro disponeva di un talento sfolgorante e, come in casi simili ci è accaduto di vedere, deve aver sentito il dovere di proteggerlo e garantirlo mischiandosi fino in fondo col Potere che nel frattempo prendeva tanto in giro. Finendo così iscritto, proprio di quei tempi, alla P2 col numero d’accesso vicino di Berlusconi, la stella nascente della televisione commerciale. A domanda, di Minoli se ben ricordiamo, su cosa ci fosse dietro quella Loggia, mentre ancora smentiva vibratamente di farne parte, lui rispose: “le mura del Palazzo”.
Insomma, negava l’evidenza per se stesso, ma per il resto era molto esatto. Talento, appunto.
Poi è passato da un trionfo all’altro, ammirato da pubblico e politica cui era molto bravo a suggerire quanto aspettavano solo di sentirsi dire.
Un genio assoluto, di cosa è da capire. Ci si potrà tornare sopra in uno qualunque dei numerosi, futuri compleanni.