Corriere della Sera, 29 agosto 2019
Nuove eruzione dello Stromboli. Nessun danno a cose o persone
«Era così vicina che ne sentivamo anche il calore. Una valanga di cenere e materiale incandescente che veniva giù dalla montagna e si riversava in mare a una velocità impressionante. Dopo l’esplosione ho cominciato a riprendere col telefonino, ma quando ho visto che era vicinissima è stato il panico. Chi urlava, chi voleva buttarsi in mare. Fortunatamente mio padre ha mantenuto la calma e ha spinto il motore al massimo. Ma anche quando eravamo a distanza ci continuavano a piovere addosso lapilli infuocati».
L’ultima spaventosa eruzione dello Stromboli Elena Schiera, 19 anni, l’ha vissuta dal mare, mentre era in barca con i genitori e altri amici. L’ha documentata in un video tra più i più visti sul web. «Riguardandolo ho avuto ancora più paura» confessa. Paura in mare e paura sulla terraferma.
L’esplosione alle 12,17 con l’isola affollata di turisti. Prima uno, poi un secondo boato. Violentissimo. La terra ha tremato per alcuni secondi. Quindi si è alzata in cielo, per oltre due chilometri, la gigantesca nuvola di fumo e materiale piroclastico. «Molti erano in spiaggia – racconta Gianluca Giuffrè, che vive nella frazione di Ginostra —, c’erano anche francesi e tedeschi. Hanno cominciato a scappare terrorizzati non sapendo dove ripararsi: purtroppo qui non ci sono punti di raccolta. Temendo un’onda anomala li ho fatti allontanare dal mare e ci siamo radunati in chiesa». Più o meno quanto avveniva anche dall’altra parte dell’isola. E per la paura già ieri sera alcuni turisti hanno preferito abbandonare Stromboli, interrompendo in anticipo le vacanze. Nonostante il sindaco Marco Giorgianni provi a rassicurare: «La situazione è sotto controllo».
A preoccupare non è solo l’esplosione di ieri, ma anche il fatto che sia la replica di quanto avvenuto appena un mese fa. Allora, purtroppo, fece anche un morto. Residenti e turisti dicono che «il vulcano sta cambiando, è come se si fosse improvvisamente incattivito». Soprattutto in questi ultimi mesi. «Vengo a Stromboli da 35 anni ma non avevo mai visto nulla del genere» dice Giancarmine Tollis che arriva da Merano. Gianroberto Costa, milanese, a Ginostra ha casa dal ‘73: «Siamo abituati al rumoreggiare della montagna, ma questa volta è stata un’esplosione potentissima. E poi c’è quell’inquietante nuvola nera che incombe». Più o meno quel che racconta lo chef Natale Giunta: «Lavoro tra Palermo e Roma ma ogni anno non posso non venire alle Eolie. Le amo, ma questa volta ho avuto veramente paura».
Resta il pericolo
Non c’erano mai state due forti esplosioni in un mese. Segno che il sistema è instabile
Ieri per domare gli incendi provocati dalla ricaduta di materiale incandescente sono dovuti intervenire anche i Canadair. L’esplosione ha provocato anche una piccola onda anomala di 30 centimetri e per precauzione è stato interdetto l’accesso alla costa a tutte le imbarcazioni private.
Nonostante il panico comunque le cosiddette «misure di interdizione», decise dopo l’esplosione del 3 luglio, hanno funzionato. Da allora per le escursioni non si può salire oltre i 290 metri, mentre le barche debbono stare a un chilometro dalla costa invece che a 400 metri. Non ci fosse stato questo divieto la barca di Elena forse sarebbe stata inghiottita dalla nuvola nera.
«Pur con un evento parossistico grave in piena stagione turistica – dice il responsabile della rete di monitoraggio dell’Ingv Stefano Branca – non ci sono stati feriti. Ciò vuol dire che il sistema ha funzionato. In ogni caso lo Stromboli resta instabile. Due violente esplosioni così ravvicinate non hanno precedenti. Fino a quando alcuni parametri non rientreranno nella norma la situazione resta di estremo pericolo. Anche per noi: i nostri ricercatori erano in quota poco prima dell’esplosione».