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 2019  agosto 29 Giovedì calendario

La Mare Jonio soccorre 98 migranti, fra cui molti bambini. Il Viminale chiude i porti

Il gommone dei bambini. Viaggiava in mare aperto, già inclinato sul lato più sgonfio, quando è apparsa la nave «Mare Jonio» dell’Ong Mediterranea Saving Humans che ha raccolto dall’acqua circa 98 persone. Moltissimi sono appunto bambini: 22 con meno di 10 anni, altri 6 minorenni, e poi 26 donne, 8 incinte.
Subito il Viminale, come indicato dal ministro Matteo Salvini, prepara il divieto di ingresso per l’imbarcazione e lo invia ai ministri Trenta e Toninelli, responsabili Cinque Stelle della Difesa e dei Trasporti, che secondo quanto previsto dal decreto Sicurezza bis devono controfirmare per dare efficacia all’atto.
Soprattutto la Trenta, che segue il caso dal vertice europeo di Helsinki, cerca appigli per evitare questa nuova presa di posizione ufficiale dopo che, martedì, lei e Toninelli avevano già condiviso un altro decreto, quello per la nave «Eleonore» dell’Ong tedesca Lifeline, consentendo al Viminale di «esprimere soddisfazione per la ritrovata compattezza del governo». Anche questa volta, il leader della Lega non si lascia sfuggire l’occasione col primo a esporsi, Toninelli: «Ringrazio il ministro che, con coerenza, ha firmato anche questo divieto di ingresso in piena continuità con quello che il governo Conte sta facendo da mesi». Alla fine acconsente anche la Trenta, che però aggiunge una postilla al dispositivo: «Considerate le notizie secondo le quali sarebbero imbarcati anche minorenni e donne incinte, si ravvisa la necessità di porre in essere forme di assistenza delle persone bisognevoli, per l’attuazione delle quali la Difesa si rende immediatamente disponibile».
Il caso della «Eleonore» – che aveva soccorso 101 naufraghi al largo della Libia – ancora non è risolto, ma comunque qualcosa di muove. La Germania, rispondendo alla «sua» Ong, si è detta disponibile ad accogliere una «parte significativa» dei migranti e ha chiesto contestualmente alla Commissione europea di coordinare la «redistribuzione delle persone salvate» secondo un criterio di «solidarietà» tra Paesi europei.
Mentre per la nave «Mare Jonio», che ha recuperato i migranti a 70 miglia a Nord di Misurata, la situazione resta di stallo. In un primo tempo la Ong aveva comunicato via Twitter che «alla nostra richiesta di istruzioni il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha risposto come sempre di riferirci alle autorità libiche». Segue un aggiornamento, sempre dalla nave annunciano che «dopo il nostro rifiuto, il Centro di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia costiera di Roma ha assunto il coordinamento del nostro caso e chiesto alle autorità italiane l’assegnazione di un porto sicuro alla Mare Jonio». Invece la Guardia costiera smentisce: «Non è mai stato assunto il coordinamento in quanto l’evento è avvenuto in acque di responsabilità libica». Tutto si blocca e intanto si riaccende la polemica, anche politica. «Il Viminale – incalzano da Mediterranea – ritiene un pericolo per la sicurezza del nostro Paese questi bimbi e le loro famiglie».
Dal Pd Ettore Rosato aggiunge che «Salvini ha detto no dalla scrivania coi rosari e le foto dei figli». Il collega Orfini, che era già intervenuto sulla Eleonore, continua a pungolare il premier pensando al nuovo governo: «Conte intervenga dimostrando di aver capito che cosa significa discontinuità».