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 2019  agosto 28 Mercoledì calendario

Svolta per i musulmani in Bangladesh, chi si sposa non deve dire se è vergine

Le parole, si sa, hanno il loro peso. Si portano dietro un carico di significato e possono influenzare la vita delle persone. Presentarsi vergini al matrimonio non è un particolare di poco conto nei Paesi islamici, soprattutto per le donne.Il Bangladesh, la terza nazione a maggioranza musulmana al mondo, dove il 90% della popolazione (168 milioni di abitanti) è fedele all’Islam, si prepara a una piccola grande rivoluzione: dai certificati di matrimonio sarà rimossa la parola vergine, una delle tre opzioni che le donne in procinto di sposarsi potevano scegliere per descrivere il loro stato. La decisione, come racconta il quotidiano inglese The Guardian, arriva dopo un verdetto della Corte suprema del Paese asiatico e viene salutata come una vittoria dagli attivisti che per anni hanno contestato il termine, definito «umiliante e discriminatorio».
Secondo le leggi sul matrimonio musulmano, infatti, la sposa sul certificato di matrimonio doveva scegliere se essere identificata come una kumari (vergine), una vedova o una divorziata. Domenica scorsa la Corte ha ordinato al governo di rimuovere il termine e sostituirlo con un più generico «non sposata», come ha chiarito il viceprocuratore generale Amit Talukder.
La sentenza completa sarà pubblicata entro il mese di ottobre, un documento dettagliato su come dovrà essere modificato il certificato di matrimonio, ma intanto l’anticipazione segna un cambio di passo epocale. «È un verdetto fondamentale», ha spiegato al giornale britannico Aynun Nahar Siddiqua, l’avvocato che si è battuto per ottenere il cambio di terminologia avviando una battaglia legale a partire dal 2014. «È una sentenza che ci dà la convinzione di poter combattere e ottenere ulteriori cambiamenti per le donne in futuro».
È dal 1961 che nei certificati matrimoniali musulmani del Bangladesh è stata introdotta per la donna che si deve sposare l’indicazione vergine, dando quindi per scontato che se non vedova o divorziata deve essere per forza di cosa illibata. Ma questa opzione, oltre ad essere discriminante, viola anche la privacy ed il motivo per cui è partita la battaglia per ottenere un cambiamento sui documenti del matrimonio. La sentenza ha inoltre ordinato alle autorità di introdurre le opzioni «non sposato, vedovo, divorziato» anche per l’uomo... Parità dei sessi, dunque, almeno negli incartamenti.