Libero, 28 agosto 2019
La nuova moda delle ciglia finte con peli di visone
Le associazioni animaliste sono in scese in campo per protestare contro una nuova moda che da un po’ di tempo sta dilagando anche in Italia: le ciglia finta fatte con peli di visone. Una nuova crudeltà a danno di queste creature, la cui specie è numericamente tra le più torturate e crudelmente ammazzate al mondo. Si era visto un barlume di speranza se grazie alle molte battaglie animaliste il mercato delle pellicce è da tempo calato a livello mondiale. Non c’è tregua per queste creature, e tutto per manie futili. La maggior parte delle donne e ragazze sognano di avere ciglia come le star, emulandole, ma non sanno cosa si nasconde dietro a questo accessorio del trucco. Denuncia Lorenzo Croce presidente Aidaa (associazione Italiana difesa animali ambiente). «Sono simili alle finte ciglia. Quelle di visone, a differenza delle finte il cui costo è di pochi euro, possono arrivare a costare oltre i 60 euro a coppia. Si tratta dell’ennesimo frutto della violenza e della crudeltà sugli animali. Ricordiamo che i visoni vengono uccisi nelle camere a gas e che soffrono terribilmente negli ultimi istanti della loro vita, dopo essere spesso stati allevati in allevamenti lager. Quando l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare ogni essere vivente che si presenta sulla sua strada solo per soddisfare la propria ingordigia». I visoni sono allevati in piccolissime gabbie (35X70 e 45 in altezza), forzati a convivenza con più individui nelle stesse recinzioni (quando in natura sono animali solitari), costretti a camminare per tutta la vita su reti metalliche, privandoli di svolgere le loro normali funzioni, come quella di nuotare essendo animali semiacquatici: possono immergersi sino a 5 metri e nuotano sott’acqua fino a 30 metri, ma sono anche abili corridori sulla terra. La reclusione li porta a sviluppare fortissimo stress e comportamenti angoscianti come: saltare per ore senza tregua nella gabbia, aggredirsi, infliggersi gravi ferite e mutilazioni di orecchie e coda, graffiando, mordendo e scavando la gabbia, e inseguendo la propria coda in circolo. Tutto documentato dall’inchiesta dell’associazione Essere Animali che per 18 mesi attivisti infiltrati con telecamere nascoste hanno ripreso ciò che accade negli allevamenti di visioni in Italia, video pubblicato sul sito: www.essereanimali.org. Dichiara Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani onlus: «Ad oggi sono presenti una ventina di allevamenti di visoni, tra Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Abruzzo, nei quali sono imprigionati oltre 200mila creature innocenti: qui, questi esseri viventi trovano una morte lenta e dolorosa con il monossido o il biossido di carbonio. Da anni denunciamo le condizioni inaccettabili di detenzione di animali feriti e morti all’interno di gabbie. L’ultimo Rapporto Eurispes rivela che l’86,3% dei cittadini vuole la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia. È il arrivato il momento che il Parlamento italiano metta al bando questa barbarie». Chiarisce Michela Brambilla Presidente Leidaa (lega Italiana Difesa Animali e Ambiente): «Molti paesi europei hanno già messo al bando gli allevamenti di animali da pelliccia: Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia, Austria, Croazia, Bosnia, Danimarca, Olanda e Slovenia. In Italia sono state fatte 3 Proposte di legge per vietarli ma, tutte, sono ferme al 2013». Come quella (AC 288) firmata all’inizio della XVII legislatura dalla Brambilla, che prevede la dimissione degli allevamenti, l’affidamento degli animali ad associazioni protezionistiche o, se possibile, la loro reimmissione in natura, l’estensione delle fattispecie di reato previste dall’art 544 bis (uccisione di animali “per crudeltà o senza necessità).