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 2019  agosto 28 Mercoledì calendario

chi è Angelina Barini, la prostituta che ha dato la droga ad Andrea Zamperoni

Era già stata fermata 24 volte dalla polizia: per violazione di domicilio, possesso di droga e di merce rubata. L’ultima volta, scrive il New York Times, il 19 dicembre scorso, quando un video di sorveglianza l’ha inquadrata mentre rubava nei grandi magazzini Macy’s. E le telecamere l’hanno incastrata anche questa volta, sfortunatamente troppo tardi per salvare Andrea Zamperoni, il 33enne capo chef di Cipriani Dolci a Grand Central, ucciso al Kamway Lodge di Elmhurst domenica 18 agosto.
La prostituta Angelina Barini – si legge nella denuncia depositata il 23 agosto al tribunale dell’Eastern District di New York dall’agente della Homeland security Joshua Futter – si vede entrare nella stanza 15 dell’albergo del Queens con un uomo (che verrà poi identificato come Zamperoni), intorno alle 4:58 della mattina di domenica. La donna viene ripresa di nuovo alle 13 e 30, quando esce e trascina in camera un bidone della spazzatura recuperato nel vialetto. Tra quel momento e il 21 agosto, giorno in cui il corpo dello chef viene ritrovato, altra gente va e viene dalla stanza, ma non Zamperoni, che evidentemente era già morto. Ci vorrà ancora almeno una settimana per i risultati degli esami tossicologici, ma ad ucciderlo potrebbe essere stato un cocktail letale di ecstasy liquida e fentanyl.
All’arrivo, intorno alle otto e mezza di mercoledì scorso, la polizia sente odore di cadavere e di incenso bruciato. In un angolo, dal bidone della spazzatura, riempito di lenzuola, spunta un piede. Nella stanza cellulari, la carta di credito di Andrea, una pipa di vetro usata per fumare droga, e – particolare agghiacciante – una sega elettrica, candeggina e una valigia vuota. Barini ha detto che molte persone sono passate dalla stanza e hanno discusso se fare a pezzi il corpo. Ma in particolare ha citato il protettore, identificato nelle carte come «Co-conspirator 1», che avrebbe dato l’ecstasy letale ad Andrea, e lo spacciatore che avrebbe fornito loro le droghe, «Co-conspirator 2». La polizia li starebbe ancora cercando, mentre Angelina è comparsa lunedì, tuta informe e scarpe da ginnastica, davanti a un giudice federale che ha convalidato il suo arresto. Quarantuno anni, originaria del quartiere di Rego Park, sempre nel Queens, ora è la detenuta 83762-053 del Metropolitan Detention Center di Brooklyn. L’avvocato d’ufficio che le è stato assegnato, Mildred Whelan, non conferma se sia o meno in regola con la cittadinanza.
Quel che è certo è che lei e i suoi complici avevano già ucciso «almeno», si legge nel rapporto di Futter, altre due persone in circostanze simili. E ancora sono le telecamere a provarlo: il 4 luglio si vede Barini lasciare l’Airway Inn, un motel dell’aeroporto La Guardia, circa novanta minuti prima del ritrovamento del corpo di Jesus Rosario, 51 anni, morto «per acuta intossicazione dovuta all’effetto combinato di alcol, metanfetamine, cocaina e fentanyl». Stessa cosa l’11 luglio, quando il 28enne Jean-Alessander Silvero muore al Crown Motel Inn dopo aver sniffato tre piste di droga fornitegli dalla prostituta.
L’agente Futter ha risolto il giallo di questi decessi indagando sul traffico di narcotici attraverso gli aeroporti di New York e sulla epidemia di morti per overdose che da anni colpisce vari quartieri della città. Quello di Angelina e dei suoi complici era uno schema rodato – vendevano droga ai clienti, a volte quando erano incoscienti li derubavano – e chissà se altre vittime sopravvissute all’imboscata si decideranno ora a parlare.
La domanda che si fa chi voleva bene ad Andrea è se non lo si sarebbe potuto salvare, magari collegando prima la donna alle morti di luglio. I colleghi dello chef, che sin dal primo momento avevano pensato fosse caduto in una trappola, ieri hanno partecipato a una veglia organizzata dal gruppo Cipriani, una cerimonia semplice con un video di testimonianze in cui Andrea veniva ricordato come un ragazzo altruista e talentuoso. C’era anche Stefano, il fratello gemello, che con lui aveva cominciato undici anni fa a Londra. Nelle cucine del ristorante, sotto la sua foto sorridente, lo staff continua a deporre i fiori che arrivano da amici e clienti.