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 2019  agosto 28 Mercoledì calendario

Una Marlboro da 210 miliardi Altria

Matrimonio in vista tra i due giganti del tabacco, Philip Morris e Altria, che insieme diventerebbero il numero uno al mondo. Dopo 11 anni dal divorzio – Altria commercializza Marlboro negli Usa, Philip Morris nel resto del mondo – i due gruppi hanno confermato che stanno valutando di tornare sui propri passi. Secondo le indiscrezioni si avviano a considerare una fusione alla pari, con scambio di azioni e probabilmente senza premi rispetto alle quotazioni immediatamente precedenti all’annuncio di ieri.
Un eventuale accordo di fusione deve essere approvato dai cda delle due società, e poi dagli azionisti e dalle autorità sulla concorrenza. Comunque, hanno tenuto a sottolineare i due gruppi, i colloqui sono ancora in corso e non ci sono garanzie che vadano in porto. In ogni caso le società coinvolte «non intendono rilasciare ulteriori commenti sulle discussioni in corso a meno che e fino a quando sarà appropriato farlo». Insomma sulle trattative, anticipate da indiscrezioni sul Wall Street Journal, per il momento è destinato a calare il silenzio, anche se la fusione secondo il giornale americano potrebbe essere annunciata nel giro di qualche settimana.
Nascerebbe così un colosso da 210 miliardi di dollari di capitalizzazione, in cui la Philip Morris, più grande come dimensioni (121 miliardi in Borsa, contro gli 88 di Altria), avrebbe circa il 59%.
Un matrimonio “difensivo”, alla luce del calo dei consumi di sigarette tradizionali nel mondo occidentale. Ma anche un matrimonio per unire le forze sul fronte del fumo “alternativo”, settore in cui entrambi i protagonisti stanno puntando molto: Philip Morris con il tabacco che non brucia, la sigaretta IQOS, da quest’anno autorizzata alla vendita negli Stati Uniti (dove la licenza ce l’ha proprio Altria) mentre Altria ha speso 13 miliardi di dollari per acquisire il 35% del produttore di sigarette elettroniche Juul.
Il segmento delle sigarette alternative a quelle tradizionali sarebbe il focus del nuovo tentativo di fusione tra i due gruppi, anche se soprattutto negli Usa si sta sviluppando un movimento anche contro le sigarette elettroniche, molto diffuse tra i giovani. Un fenomeno che ha interrotto una lunga serie di declini nelle vendite del tabacco. Solo nel 2018 i volumi delle “bionde” sono scesi del 4,5% mentre per le sigarette elettroniche è prevista una crescita annua dell’8% per il prossimo lustro. L’anno scorso hanno registrato un fatturato di 11 miliardi di dollari.
Un boom che sta cominciando a preoccupare le autorità per i potenziali rischi per la salute; in North Carolina ad esempio sono già state prese misure per contrastare le vendite di sigarette elettroniche ai giovani.
Nel 2008, quando si arrivò alla divisione societaria tra Altria e Philip Morris, la scelta fu motivata dalla ricerca di maggiori dividendi ma anche per sottrarre una parte del business alle minacce di azioni legali negli Stati Uniti. Oggi, il tentativo è di concentrarsi sul versante delle sigarette elettroniche per rilanciare il business.
Tuttavia, dopo un’apertura in forte rialzo per Altria, i titoli di entrambe le società hanno perso vistosamente terreno a Wall Street e Philip Morris è arrivata a perdere fino al 7,3% mentre Altria ha ceduto fino al 3,4%. La spiegazione sarebbe legata al fatto che non sarebbero previsti premi in fase di fusione e, comunque, i dettagli finanziari non sono noti.