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 2019  agosto 28 Mercoledì calendario

Il robot cameriere


ROMA – A Cagliari nel ristorante Jin Qiu 129, nella farmacia del Vaticano a Roma, a Terni in Tribuna B dello stadio Liberati. Ancora: in un altro ristorante cinese, l’Old Oriente di Pradamano a sud di Udine, e in un bar antico di Rapallo, il Gran Caffè, frequentato anni addietro da Ezra Pound, Ernest Hemingway, Eugenio Montale. Non sono i primi luoghi che vengono in mente quando si pensa ai replicanti di Blade Runner, RoboCop, Hal 9000 di 2001 Odissea nello Spazio. Eppure la rivoluzione dei robot domestici in Italia sembra sia fenomeno che fiorisce in provincia. Servono ai tavoli, con il loro aspetto da bambola gigante, e con la loro presenza intrattengono i clienti come a teatro. “Novità: prima volta che vedo un cameriere robot. Consigliato”, commenta contento Kelvin88888 su TripAdvisor recensendo l’Old Oriente. Sul sito del locale l’hanno scritto a grandi lettere: “L’unico ristorante orientale con simpatici camerieri robot a Pradamano”. Sottolineare che l’esclusività riguarda solo quel comune è d’obbligo, anche se ha appena tremila e cinquecento abitanti, perché di questi tempi gli androidi camerieri spuntano come funghi.
«Volevamo distinguerci dagli altri», racconta Gabriella Lai, proprietaria assieme al marito Jian Ma del Jin Qiu 129 di Cagliari. «Abbiamo scelto un design diverso dal solito, cambiato i piatti e la loro presentazione e poi abbiamo comprato il robot Amy. Se la cava bene e piace ai clienti. Più che per la funzione che svolge, i 10mila euro del prezzo valgono per lo spettacolo che offre. E non ruba il lavoro a nessuno. Anzi, essendo lenta, all’ora di punta le viene tolto». Insomma, se al cinema si insiste nel narrare di distopie a base di chip e automazione, in Terminator: Dark Fate in uscita ad ottobre Skynet tenterà di sterminarci di nuovo, nella realtà il film è diverso. Ma questo non significa che al botteghino non possa avere fortuna.
«È una gran cosa che i robot stiano diventando di moda», commenta Emanuele Rossetti, a capo di Makr Shakr, azienda di Torino nata tre anni fa come costola dello studio di Carlo Ratti, l’architetto che negli Stati Uniti dirige il Mit Senseable City Lab. Rossetti ha appena istallato il suo robot barman su una terrazza vista Duomo a Milano. Un braccio meccanico gestito da un’intelligenza artificiale miscela liquori, taglia limoni, aggiunge all’occorrenza zucchero di canna, menta o sale. «I robot per ora non sono in grado di inventare un cocktail o una ricetta, ma possono replicarli in maniera perfetta», prosegue. Quella della Makr Shakr però è una macchina di derivazione industriale da 100mila euro. Altra razza rispetto ad Amy.
Si punta al mercato della ristorazione mondiale con il suo giro d’affari da tre trilioni di dollari l’anno. Basterà conquistarne pochi punti percentuali per diventare miliardari. Con buona pace di Terminator ma anche della Boston Dynamics, compagnia un tempo di Google e oggi di Softbank che da anni pubblica video strabilianti di androidi per uso militare dall’abilità motoria sovrumana. Che però dal vivo falliscono 19 volte su 20, perché il problema dei robot umanoidi sta proprio nella scarsa affidabilità, come sanno bene in Russia dopo la debacle del cosmonauta sintetico Fyodor sulla Soyuz MS-14.
È dal 2013 che in Giappone, l’unico Paese al mondo che ha fatto della tecnologia un’attrazione turistica, hanno ristoranti dotati di androidi. Fin dall’inizio si è trattato di spettacolo, non di sostituire i dipendenti. Stessa musica in Cina, dove la moda è arrivata nel 2014 e dove fabbricano i robot di Cagliari, Rapallo e Pradamano. Gli automi possono portare i piatti lungo percorsi prestabiliti, dalla cucina al tavolo, e poco altro. Lo fanno lentamente, a volte si bloccano, e il cliente le pietanze le deve prendere da solo dal vassoio. A Gungzhou, a nord di Hong Kong, una delle catene di ristoranti che li aveva assunti, li ha poi messi alla porta. Troppo costosi, poco efficienti, inutili una volta finito l’effetto novità fra gli avventori. Di qui il primo licenziamento in tronco dei cugini camerieri di Terminator.