Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  agosto 27 Martedì calendario

Gli amoiri di Ava Gardner

ono praticamente al verde. Non mi resta che scrivere un libro o vendere i gioielli. Ai miei gioielli sono molto affezionata e poi sono certa che i miei vizi e i miei scandali si vendano meglio delle pietre preziose». È il 1988 e Ava Gardner decide di confidare i segreti della sua vita al giornalista Peter Evans. Lui raccoglie meticolosamente ogni aneddoto e ricordo in Ava Gardner: The Secret Conversations. Come quella su Mickey Rooney, sposato nel 1942: «Quando lo sposai avevo 19 anni ed ero vergine. Beh, debbo dire che mi sono rifatta abbondantemente in seguito. Mickey era un donnaiolo impenitente e mi tradì persino quando ero in ospedale per sottopormi ad una appendicectomia. Le donne dinanzi a lui si scioglievano come il burro attraversato da un coltello caldo. Lana Turner, che era stata a letto con lui, lo chiamava Sempreduro e non aveva tutti i torti». Dopo il divorzio, si invaghisce del miliardario Howard Hughes, al quale si sente debitrice per averle pagato le cure mediche della madre, anche se «era un maledetto razzista. Se un nero avesse preso fuoco non gli avrebbe nemmeno pisciato addosso per spegnere le fiamme». Altro matrimonio, nel 1945, con il clarinettista Artie Shaw, uno che la convince di essere un’idiota, tanto da sottoporsi a un testo per valutare il suo quoziente di intelligenza: «Quel bastardo mi spezzò il cuore. Certo nella mia vita sentimentale c’è stata una costante: ho sempre scelto l’uomo sbagliato nel momento sbagliato». Il vero amore, però, della sua vita è Frank Sinatra. I due si incontrano, la prima volta, nel 1943 quando Ava stava con Rooney. Lui prende subito una cotta per quella meravigliosa donna che, invece, non gli dà attenzione, considerandolo «troppo arrogante, prepotente e pieno di sé». Quando si rivedono lui non ha occhi che per lei: «Sei più carina dall’ultima volta che ci siamo visti». L’occasione è data dalle nozze d’argento della MGM. Ava, a bordo della sua Cadillac, passa davanti a Sinatra che, per attirare l’attenzione, si solleva il cappello. Questa volta, lei non rimane insensibile: «Era così affascinante, con il viso sottile da ragazzino, gli occhi azzurri luminosi e quel sorriso fantastico. Ed era così entusiasta e rinvigorito, chiaramente soddisfatto della vita in generale, di se stesso in particolare, e, in quel momento, di me». Frank, nel 1939, si era sposato con Nancy Barbato, per la quale, un anno prima, era stato arrestato per qualche giorno con l’accusa di molestie. La coppia ha tre figli quando, nel 1949, scoppia la passione con Ava, che lo definisce «un dio arrogante, che puzzava di sesso». In realtà, entrambi avevano anche il vizio del bere. Infatti, in una notte dove, oltre al sesso, i due avevano dato fondo anche alle bottiglie a disposizione (lei, aveva preso a bere Martini dry, durante il matrimonio con Shaw, in particolare, in compagnia della sua amica Lana Turner), Ava pretende da lui una prova d’amore per dimostrarle che non era l’ennesima conquista della quale vantarsi anche perché la sua fama era di non poter «stare senza una donna; negli ultimi cinque anni ne ha avuta una a notte». Detto, fatto. Lui va verso il suo cancello di casa, suona al citofono e chiede alla moglie: «Nancy, puoi per favore dire ad Ava che ho chiesto il divorzio?». «Frank, sei fuori di testa. Non posso tollerare tutto questo. E lei è una vera puttana», risponde, incavolata, la povera Barbato. Ava non era inusuale nei panni della sfasciafamiglie, visti i numerosi flirt con attori maritati, come Robert Taylor e Fred McMurray (la cui moglie, Lillian Lamont, era ammalata). Un’altra notte, sempre ubriachi, i due alle tre del mattino vanno in giro a sparare alle vetrine dei negozi di Los Angeles, galera evitata grazie a una bustarella di 20mila dollari. Nancy capisce che sta per perdere il marito, come ricorda Ava: «Era stata una buona moglie, la madre dei suoi figli. Aveva diritto di combattere per lui, per il matrimonio. È legata a Frank nella buona e nella cattiva sorte». Però, all’amore non si comanda, anche se lei finisce a letto con il torero Mario Cabré: «Ero ubriaca e ci finii a letto. Era carino, ma fu un terribile errore. E ancora più stupido fu raccontarlo a Frank. Non mi perdonò mai. Ad ogni lite ritirava fuori il fottuto torero. Lo voleva ammazzare. Mi faceva paura anche perché quando Frank si arrabbiava sul serio i suoi occhi da azzurri che erano diventavano neri come il carbone». Sinatra divorzia (e Nancy le porta via praticamente tutto) per sposare, a Philadelphia, il 7 novembre del 1951, la sua Ava, nonostante l’avvertimento dell’amica Lana Turner: «Ci sono passata, tesoro (aveva avuto una storia con il cantante, ndr), lascia perdere». Fanno la luna di miele a Cuba e Miami e tutto sembra filare liscio. Rientrati a casa, Sinatra capisce che la sua stella artistica è in declino. Non lo chiamano a fare film e rischia di saltare il suo The Frank Sinatra Show. Ava, invece, lavora che è un piacere. Gira Le nevi del Kilimanjaro, anche per sottrarsi al cattivo umore del marito, depresso cronico. Per Sinatra le cose precipitano. Columbia Records e MCA lo abbandonano ed è Ava a portare a casa la pagnotta mantenendo entrambi. Lei rimane incinta, ma, prima di Natale, va ad abortire. Non che sia contraria ad avere figli, ma non in una situazione simile, con selvagge liti, botte, tradimenti e focose riappacificazioni. Sinatra, più tardi, confesserà che, in realtà, gli aborti furono due. Lo stress lo porta, più volte, a tentare il suicidio. I due si amano ma insieme non funzionano, divisi da gelosie non solo sentimentali ma anche professionali, dopo la rinascita artistica di Frank, una sorta di seconda vita. Inevitabile il divorzio che sancisce, nel luglio del 1957, la fine di un rapporto profondo. «Erano troppo simili», afferma Tina Sinatra. «Erano molto amici, si amavano profondamente, ma a quel punto contavano solo le loro carriere». «Frank e io siamo diventati amanti per sempre, per l’eternità. Parole grosse, lo so, ma sentivo davvero che, indipendentemente da quanto fosse accaduto, noi saremmo stati innamorati per sempre», confessa Ava, morta a 67 anni per una polmonite. Lui la seguirà otto anni dopo per un tumore.