Libero, 27 agosto 2019
Non ci sono più meccanici
nÈ il “progresso” che punta a migliorare l’aria che respiriamo dichiarando guerra alle auto tradizionali, come fossero la causa di tutti i mali legati all’inquinamento – e così non è. Ed è lo stesso “progresso” che di fatto sta mettendo fuori gioco la categoria dei meccanici, quei signori dei motori con le chiazze d’olio sulla tuta e le mani sempre nere. Tra crociate ambientaliste e divieti assurdi che obbligano la gente a cambiare le auto non sempre così vecchie – per sostituirle con quelle nuove, a gestione elettronica, e anche con quelle elettriche di ultima generazione, la manutenzione per i veicoli sarà sempre meno necessaria. Si rompe qualcosa all’interno del motore? Si cambia per l’appunto la “centralina” o tutto il motore, le mani dei meccanici non saranno più necessarie. E se da una parte i prezzi delle “autofficine 2.0” schizzeranno alle stelle, dall’altra il meccanico così come lo conosciamo oggi è destinato all’estinzione. MARGINI ESIGUI Di statistiche ufficiale non ce ne sono, ma sono tante le autofficine, soprattutto a Milano, che già lamentano un calo di lavoro. Perché proprio a Milano, da fine febbraio, è entrata in vigore la ztl più grande d’Italia. La quasi totalità del territorio della città è ora preclusa ai diesel fino all’Euro 3 e ai benzina Euro 0, mentre da ottobre la circolazione sarà vietata ai mezzi diesel Euro 4 e dal 2022 toccherà agli Euro 5 stare in garage. Progressivamente verranno messe fuori strada tutte le auto tradizionali per far spazio a quelle a zero emissioni. E a questo punto è evidente che i meccanici milanesi saranno presto costretti ad abbassare la saracinesca. «Area B è penalizzante sia per gli automobilisti, che si trovano a dover cambiare auto che hanno appena nove anni di vita senza incentivi equi, sia per i meccanici, che non hanno più margini per intervenire sui nuovi mezzi – ci dall’autofficina Galbusera, sempre di Milano -. In Italia, però, non ci sono ancora infrastrutture adeguate per un’elettrificazione totale, quindi ci sono dubbi sul fatto che si possa arrivare a veder circolare solo auto elettriche». Oltre al capoluogo lombardo, le ztl pensate per abbassare il livello delle polvere sottili riempiono anche Roma, con tre ampie zone in cui si entra solo con uno specifico pass, Bologna, Bolzano, Napoli, Firenze, Genova, Pisa, Verona. Secondo gli studi del settore, presentati lo scorso maggio all’ultima edizione di Autopromotec, esistono due possibili scenari per l’elettrificazione in Italia: una crescita lenta, con un incremento del parco auto di 320.000 unità tra il 2020 e il 2025 per arrivare a 1.800.000 nel 2030, e una di crescita molto più rapida con 2 milioni di macchine elettriche entro il 2025 e altre 5,5 milioni entro il 2030. «Per quanto riguarda carrozzeria e gomme non cambierà poco, ma la manutenzione meccanica diminuirò e quella elettronica si complicherà. È un discorso da fare in prospettiva, ma siamo sicuramente destinati a lavorare meno”, sottolineano dall’autofficina Fiorentini, sempre di Milano. GUIDA AUTONOMA La componente elettronica prenderà il sopravvento anche nel campo della sicurezza. Già ora, con le auto di ultima generazione, sostituire o riparare sensori, telecamere e radar dei sistemi di ausilio alla guida è operazione molto delicata, ma in futuro sarà ancora più complicato quando i dispositivi elettronici evolveranno verso la guida autonoma e controlleranno il veicolo al 100%. Anche la gestione termica vorrà la sua parte, visto che i propulsori elettrici sviluppano meno calore rispetto a quelli a combustione interna e dovranno essere installati dispositivi di riscaldamento aggiuntivi. Controllare i flussi termici diventerà fondamentale per ottimizzare il consumo di energia, ma richiederà sistemi sofisticati che in caso di guasto richiederanno un’elevata competenza e specializzazione oltre a strumenti di diagnosi più avanzati. Di fronte ai quali i meccanici di fiducia come li abbiamo conosciuti saranno costretti ad alzare gli attrezzi in segno di resa. r