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 2019  agosto 27 Martedì calendario

L’Italia non è più la regina del gelato. La classifica

Italia terzo Paese in Europa per la produzione di gelato. Le rilevazioni Eurostat non fotografano solo il sorpasso della Francia (due anni fa c’è stato quello della Germania, che rimane al primo posto), ma anche un fortissimo arretramento della produzione, passata dai 595 milioni di litri annui del 2016 ai 435 del 2018. «Uno smacco per l’Italia dove la produzione di gelato è nata oltre 500 anni fa», commenta Coldiretti. Eppure il nostro Paese, secondo un’indagine della Cna agroalimentare, continua a primeggiare per il numero di gelaterie. A incidere sul livello complessivo di produzione, suggerisce Coldiretti, potrebbe essere la globalizzazione, che da un lato ha portato le grandi multinazionali a fare shopping in Italia, «da Grom acquisito nel 2015 da Unilever che controlla Algida e Magnum alla Nestlè con i gelati Motta e Antica Gelateria del Corso», dall’altro però anche a una maggiore concorrenza soprattutto sul piano industriale (la nostra produzione rimane prevalentemente artigianale). C’è poi una questione di modalità di consumo, osserva Rosario Fiore, di Modica (Rg), vincitore nel 2018 del premio per il miglior gelato siciliano: «In Germania lo considerano un pasto, utilizzano coppe grandissime e lo consumano in qualunque periodo dell’anno. Mentre da noi, soprattutto al Sud, c’è difficoltà a vendere il gelato non dico in inverno, il calo inizia già in autunno. È un prodotto stagionale, che si consuma da Pasqua a ottobre». «All’estero è un prodotto diverso – conferma Carolina da Rold, titolare della Sorbetteria, storico locale di Belluno – magari è fatto in un laboratorio artigianale, ma utilizzando semilavorati prodotti dalla grande industria. Possiamo recuperare il nostro primato solo puntando sulla valorizzazione di un prodotto sano, che segua una certa selezione di materie prime. Ma il gelato che facciamo noi non va in cerca dell’esportazione, lo vendiamo sul nostro territorio».