la Repubblica, 27 agosto 2019
Andrea Zamperoni ucciso da un cocktail di droghe servitogli da una prostituta
Un micidiale cocktail di droghe fornitogli dalla prostituta con cui si era appartato. Ecco com’è morto Andrea Zamperoni, 33 anni, lo chef lodigiano a capo della cucina di Cipriani Dolci, scomparso lo notte del 17 agosto e ritrovato cadavere mercoledì sera in un ostello del Queens, non lontano da casa sua. I risultati dell’autopsia non sono ancora ufficiali, mancano gli ultimi esami tossicologici. Ma la polizia di New York ha formalmente accusato Angelina Barini, prostituta di 41 anni, di aver provocato la morte di almeno tre clienti somministrandogli Fentanyl. Un oppiaceo sintetico, che qui negli Stati Uniti è la causa di una vera emergenza sanitaria. Responsabile, stando agli ultimi dati disponibili, della morte di almeno 30 mila persone nel solo 2017.
È dunque Barini – che sui social si firma Berlin, dice di aver studiato all’"università della vita, aver frequentato la “scuola delle botte” ma anche di essere la “più chic della strada” – la prostituta arrestata dopo il ritrovamento del corpo. Il tribunale di Brooklyn l’ha formalmente accusata ieri di cospirazione allo scopo di fornire droga, secondo l’incriminazione firmata dall’agente Joshua Futter della squadra anticontrabbando di stupefacenti negli aeroporti. Il documento, ampiamente citato dal Daily Beast e che contiene ampie dichiarazioni della donna, parla di tre vittime. Identificate col nome convenzionale di “John Doe” 1, 2 e 3. Il primo, ritrovato cadavere il 4 luglio all’Airway Inn dell’aeroporto LaGuardia, stroncato da un’overdose di alcol, metanfetamine, cocaina e, appunto, il micidiale Fentanyl. Il secondo morto l’11 Luglio al Crown Motor Inn di Woodside, sempre per intossicazione da Fentanyl, inalata come fosse cocaina. Mentre il caso numero tre ha tutti i dettagli che corrispondono alla morte del nostro connazionale: impossibile non riconoscere la tragica fine di Zamperoni. Barini era lì tutte le volte: identificata grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza messe a confronto dopo il ritrovamento dello chef.
Secondo le prime ricostruzioni, il giovane italiano e la prostituta sarebbero arrivati al Kamway Lodge alle 4.58 di domenica mattina, occupando la stanza numero 15 al primo piano dell’edificio. Lui l’avrebbe pagata subito, accettato poi un presunto cocktail di ecstasy liquido, dove era evidentemente sciolta la sostanza stordente: forse per permettere alla donna e al suo protettore di derubarlo in seguito. Lo avevano già fatto, sostiene l’accusa. E Barini ha ammesso di aver spesso dato cocktail drogati ai suoi clienti: «Non sapevo cosa c’era dentro» ha però messo a verbale, «la droga me la dava il mio protettore». Di sicuro, nella stanza è stato ritrovato un bicchiere con dentro una sostanza violacea su cui ancora galleggiava una polvere. Insieme a una pipa di vetro di quelle usate per fumare droga.
Zamperoni sarebbe svenuto, sanguinando copiosamente dalla bocca e dal naso. Spaventata, la donna avrebbe telefonato al protettore: ma lui le avrebbe intimato di non chiamare i soccorsi. Nei giorni successivi la prostituta è entrata e uscita pi ù volte dalla stanza. Infastidendo qualcuno, che ha avvertito anonimamente la polizia. Era lì quando gli agenti si sono presentati, alle 20.30 di mercoledì: «Quando la porta si è aperta abbiamo sentito subito l’odore di un cadavere in decomposizione. Aveva tentato di coprirlo accendendo dell’incenso, ma era molto intenso». Il corpo, scrive il Daily Beast, era avvolto in una coperta e infilato in un grande sacco dell’immondizia da cui sporgeva un piede nudo. «Mi ha costretto il mio “pimp”, il magnaccia» ha subito dichiarato la donna. Nella stanza erano entrate anche altre persone: il protettore della prostituta, ora ricercato ma a quanto pare ancora a piede libero. E forse lo spacciatore. I particolari sono raccapriccianti. I due uomini avrebbero discusso sul come far sparire il cadavere: erano loro forse le voci concitate sentite da altri testimoni. Ipotizzavano di tagliarlo a pezzi. E, infatti, nonostante il cadavere di Andrea fosse ancora integro, nella stanza sono stati ritrovati asciugamani imbevuti di candeggina e una sega elettrica. Una tragica, orribile fine per l’italiano che sognava l’America. E pensava di avercela fatta.