ItaliaOggi, 27 agosto 2019
Un terribile costume da bagno fu quello indossato dal presidente tedesco Friedrich Ebert dopo la prima guerra mondiale
Povera signora Ursula von der Leyen, madre di sette figli e milionaria, bistrattata ex ministra della difesa, come può una donna intendersi di panzer e sottomarini?, ora capa di un’Europa sempre meno amata. A Roma hanno battezzato con il suo nome «patto Ursula», il possibile accordo tra grillini e piddini. Sarebbe un patto di governo «alla tedesca», chissà mai perché. Per varare l’ultima Große Koalition, socialdemocratici e cristianodemocratici discussero per sei mesi, e il testo del «contratto di governo» era di 140 pagine. Tutti sono d’accordo per abbassare i prezzi e aumentare le pensioni, quel che conta è il «come». A Berlino nel 2013 cristianodemocratici e socialdemocratici litigarono sui centesimi della paga minima oraria.In questi giorni si continua ad ammonire con orrore e timore che Roma sarebbe simile a Weimar: per eccesso di democrazia e di litigiosità si spianò la strada a Hitler. Si pubblica la vignetta tedesca di Salvini appeso a testa in giù come il duce a Piazzale Loreto. Sempre lo Spiegel che ci vuol male? Per questa volta innocente: il disegno di cattivo gusto è di un caricaturista che l’ha messo sul suo blog. Di quando in quando collabora con la rivista di Amburgo.
Ma in effetti questo agosto romano ricorda quello del 1919 nella neonata Repubblica di Weimar. Un secolo fa, la foto del primo presidente, il socialdemocratico Friedrich Ebert, 48 anni, ritratto in costume da bagno insieme con alcuni compagni, a mollo nel Baltico, fu strumentalizzata dalle opposte fazioni. Ebert non esibisce un fisico da culturista, simile a Salvini che un secolo dopo intrattiene i giornalisti allo stabilimento Papeete Beach, sull’Adriatico. La pancia nuoce alla democrazia?
Ce lo ricorda Die Welt, che per la verità non cita Salvini. Ebert, figlio di un sarto, in vacanza nove mesi dopo la disfatta nella Grande Guerra, e la fine della monarchia, fu il primo scandalo della Repubblica. Wilhelm Steffen, il fotografo locale, sorprese Ebert e i compagni di partito a mollo, e chiese il permesso di scattare una foto. Gli dissero di sì, con l’impegno che l’immagine restasse privata. Politici ingenui. Steffen promise, e non mantenne la parola. Il primo paparazzo della storia in Germania.
La foto apparve il 9 agosto sulla ultraconservatrice Deutsche Tageszeitung che la pubblicò accanto all’immagine del Kaiser e del generale Paul von Hinderburg in uniforme con il titolo «Einst und jetzt!», ieri e oggi. Come dire, gli uomini della nuova Repubblica sono dei cafoni, ci possiamo fidare di loro? Come da noi si è riesumata dall’archivio la foto di Aldo Moro in giacca e cravatta sulla spiaggia di Terracina. Pur un secolo fa, era normale per gli uomini tuffarsi tra le onde, ma il costume da bagno doveva coprire anche il torace. La riprese il 24 agosto in copertina la Berliner Illustrirte Zeitung, un milione di copie vendute, quasi la Domenica del Corriere tedesca. Ebert in Badehose allo stabilimento Haffkrug fu ristampato in migliaia di cartoline elettorali. Il presidente denunciò la campagna diffamatoria, il tribunale gli diede ragione, ma non fu possibile bloccare la diffusione della foto, nonostante ben 173 denunce di Ebert fino alla sua morte. Il 29 febbraio del 1925 fu assassinato per strada a Berlino.