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 2019  agosto 25 Domenica calendario

Trascurare l’ambiente può costare il 7% del Pil


Se c’è un falso mito da scongiurare quanto alla questione climatica e agli attacchi allo stato di salute (già precario) del Pianeta è che i suoi effetti più evidenti riguardino soprattutto i Paesi della fascia tropicale o quelli più poveri. Anche quando se ne prendono in considerazione le conseguenze economiche, alle quali il mondo occidentale risulta essere più sensibile, visto che fino ad oggi si è ritenuto quasi immune da quelle ambientali. Gli effetti economici interesseranno invece senza distinzioni Paesi ricchi e Paesi poveri, Paesi «freddi» e Paesi «caldi»: uno studio di pochi giorni fa dell’Università di Cambridge (Massachusetts) mostra che i fenomeni che incidono sull’ambiente hanno anche un riflesso di lungo periodo sull’attività economica, colpendo e compromettendo tra l’altro salute, capacità di lavoro e produttività, ecosistemi e mercati, oltre a infrastrutture fisiche. E riducendo anche il Pil procapite, l’indicatore più evidente del benessere individuale. Non si tratta solo di danni immediati. Se non si facesse niente per contrastare il degrado ambientale (nel caso «business as usual») gli Stati Uniti, prima economia del mondo, vedrebbero il loro Pil procapite scendere del 10,5% al 2100. Un tracollo che si ridurrebbe al 2% se venissero rispettati gli impegni di Parigi 2015 (dai quali gli Usa si sono ritirati e che anche il Brasile di Bolsonaro ha rifiutato). Nella lunga lista dei 174 Stati presi in considerazione dai ricercatori si trova anche l’Italia. In uno scenario di incremento delle temperature globali di quattro gradi la ricchezza procapite degli italiani potrebbe scendere del 7% entro il 2100. Un orizzonte assai lontano? Al 2030 la perdita potrebbe essere di quasi l’1%, un passo indietro che in tempi di decimali come questi non sarebbe comunque indifferente. Bene fanno quindi Macron e i grandi del G7 ad occuparsi di Amazzonia e di ambiente, al di là dei coinvolgimenti di facciata e della serie di «star» più o meno note, improvvisamente folgorate sulla strada della sensibilità ambientale. Sapere che viene toccato il portafoglio di tutti può essere comunque lo stimolo all’azione concreta che finora, malgrado la giovane Greta, è mancato.