la Repubblica, 25 agosto 2019
Trump minaccia dazi sui vini francesi
BIARRITZ – «Presidente Trump, beva il nostro rosé anziché tassarlo». I viticoltori del sud della Francia hanno comprato ieri pagine sui giornali per lanciare un appello al leader americano. Trump, che notoriamente preferisce la Coca-Cola al vino, ha ricevuto in regalo una bottiglia di Saint-Emilion Chateau-Figeac dal sindaco di Libourne, in Gironda. Il settore vinicolo francese è in allarme. La minaccia di dazi americani sui cru francesi, ribadita alla vigilia dell’arrivo del presidente Usa al G7 di Biarritz, potrebbe colpire un export che pesa 1,6 miliardi di euro. Gli Usa sono la prima destinazione estera del vino francese, oltre 12 milioni di bottiglie vendute l’anno scorso.
A scatenare l’ira di Trump è stata la Digital Tax approvata dal governo di Parigi, voluta da Emmanuel Macron per combattere l’evasione fiscale dei giganti della Rete. «Non mi piace quello che la Francia ha fatto» ha commentato il leader Usa, paventando pesanti ritorsioni: «dazi come non se ne sono mai visti». La Digital Tax colpirà molte società americane, come Facebook, Amazon, Google anche se Macron ha sottolineato che non si tratta di una misura contro gli Usa visto che ci saranno anche piattaforme europee o asiatiche sottoposte al balzello. Nel pranzo di ieri con Trump, Macron ha ribadito la necessità di arrivare a un’intesa in sede Ocse per tassare i redditi dei gruppi che operano su Internet. L’accordo, però, ancora non è stato trovato. E Trump rischia di voler mantenere il punto, concretizzando le sue minacce. «L’Europa è solidale con la Francia» ha detto a Biarritz il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk «Proteggerò il vino francese con sincera determinazione, se gli Stati Uniti imporranno delle tasse l’Europa risponderà sullo stesso piano». Già quando Trump aveva minacciato dazi sul settore automobilistico europeo, l’Ue aveva preparato un pacchetto di contro-misure per tassare prodotti americani simbolici come Harley Davidson o Levi’s. Tutto è stato sospeso fino in autunno per tentare di trovare un’intesa commerciale tra Usa e Ue. E intanto si è aperto il conflitto sugli aiuti versati dall’Ue a Airbus, concorrente di Boeing. L’amministrazione Usa ha già stilato liste di prodotti europei che potrebbero essere sottoposti a nuovi dazi per oltre 25 miliardi di dollari.
Macron spera di convincere Trump a una de-escalation. «Le tensioni commerciali sono negative per tutti» ha commentato il presidente francese che sostiene di aver trovato «punti di convergenza» con il leader Usa durante la colazione durata oltre due ore. Il presidente francese ha sottolineato che le conseguenze negative della guerra commerciale tra Usa e Cina, e forse un domani con l’Europa, riguardano anche l’economia americana. «Le guerre commerciali portano alla recessione, gli accordi commerciali favoriscono l’economia» ha aggiunto Tusk spiegando che l’Europa è disposta a trattare su nuove regole, compresa la riforma del Wto. Anche Boris Johnson ha promesso di fare pressioni su Trump. «Se parlerò del commercio mondiale con Trump? Potete scommetterci» ha detto il nuovo premier britannico. I due leader si incontreranno oggi. «Sono molto preoccupato – ha spiegato Johnson – i dazi, il protezionismo, non sono cose che vanno bene». Macron ne ha discusso con Johnson, Angela Merkel, Giuseppe Conte e Tusk prima della cena ufficiale dei leader G7. Nelle prossime ore si comincerà a capire se Trump sarà disposto a cedere qualcos a.