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 2019  agosto 25 Domenica calendario

La droga ha ucciso 150 persone. Perlopiù quarantenni soli

Oltre 150. Per la precisione, 151. Sono le persone decedute, dall’inizio di quest’anno fino a ora, a causa dell’assunzione di vari tipi di “droga”. Eroina, in massima parte. Ma anche cocaina, metadone e anfetamina. A tirare le somme (anzi, a disegnare una mappa puntuale – e aggiornantissima – del fenomeno) è il sito internet Geoverdose.it: una piattaforma digitale che, in collaborazione con la Sitd (cioè la Società italiana delle tossicodipendenze), prova a fotografare, e quindi a rendere visibile a chiunque, quel che le statistiche snocciolano generalmente con numeri ancora da interpretare. E il colpo d’occhio è davvero impressionante: la concentrazione maggiore di morti in questione si stipa nel nord Italia (nel nord-est, a dirla tutta); mentre al centro e al sud (eccezion fatta per le città di Roma e Napoli), così come nelle isole, gli episodi fatali risultano essere molto più contenuti. Se ne registrano sei in Sardegna e “appena” (si fa per dire) cinque in Sicilia. INDIETRO DI TRENT’ANNI È l’industrializzatissmo Veneto, invece, a guidare la (triste) classifica nazionale: da Padova a Rovigo, passando per Vicenza e Verona. Da quelle parti, nel 2019, l’overdose ha già mandato al Creatore ben 25 persone. Una cifra che fa riflettere soprattutto le autorità: «L’eroina è tornata prepotentemente sul mercato», sbotta sulle pagine locali del Corsera il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto: «I dati dei sequestri e dello spaccio, da noi, sono strabilianti. Lo scenario che abbiamo davanti è peggiore di quello degli anni Ottanta e il numero dei morti attuali rischia di essere pure più alto. Credo sia necessario organizzare una serie di conferenze che vedano impegnati tutti i soggetti coinvolti, dalle forze di polizia alla magistratura, dai Serd (i Dipartimenti per le politiche antidroga, ndr) alle comunità di volontariato». Mentre la Laguna si mobilita, tuttavia, il quadro nazionale ricorda agli addetti ai lavori che altri quindici decessi sono avvenuti a Milano, altri sei a Torino, altri dodici a Bologna, e altri nove a Firenze. L’indice di mortalità per “droga” (il termine è generico, lo declineremo tra poco) è 3,9 decessi ogni milione di italiani. Messo in questi termini potrebbe non suonare allarmante, ma Geoverdose precisa che la popolazione a rischio conta ben 38.878.311 persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni. In questi otto mesi le vittime del fenomeno sono per lo più uomini (122 maschi, l’80,8% del totale) e 29 donne (il 19,2%). La loro età media è di 38,6 anni, eppure il range (purtroppo) spazia dagli adolescenti agli adulti. Gli stranieri sono una piccola fetta (il 16,6%, 25 in tutto), i connazionali rappresentano il 74,2% (si parla di 112 persone). Ancora: 92 tossicodipendenti (il 60,9%) sono morti in totale solitudine, trenta (il 19,9%) mentre erano in compagnia di amici o conoscenti, mentre per altri 29 non è stato possibile determinare le condizioni effettive del trapasso. Contrariamente a quanto si possa immaginare, la stragrande maggioranza dei decessi (oltre il 68%) è avvenuta al chiuso, ossia in una casa o comunque in un contesto abitativo: solo il 25% ha avuto luogo in qualche “giardinetto dello spaccio” o per strada. SOSTANZE SINTETICHE Ci sono, infine, le sostanze (illegali) che sono alla base di tutta questa catena di morte. La parola “droga”, è vero, le riassume: ma occorre fare dei distinguo. Di cannabis, apertamente, non si parla. Le sostanze sintetiche che riempiono le cronache dello Stivale sembrano poi non reggere il confronto con la “classica” (sic) eroina che, da sola, e da gennaio, ha già causato 101 decessi. Qualcosa come il 66,9% di tutti quelli registrati (che, va da sè, potrebbero non essere gli unici). Segue – senza considerare i 26 malcapitati per cui non è stato possibile diagnosticare cosa abbiano effettivamente assunto, e anche questo è un problema nel problema – la cocaina: altri sei morti. Altrettanti ne ha fatti lo “speedball” (una combinazione di morfina e crack). I cocktail di sostanze illecite hanno invece provocato la morte di una persona, così come l’alcool (sì, anche l’abuso di alcool è considerato una droga a tutti gli effetti), il mix di “droghe” e farmaci non prescritti, il “party’n’play” (la pratica di assumere sostanze droganti per scopi sessuali) e le anfetamine.