Il Messaggero, 25 agosto 2019
La prima vittima per il fumo della sigaretta elettronica
NEW YORK Il primo sintomo è l’affanno, il respiro che diventa difficile, un senso di oppressione che grava sul petto. Poi arriva la tosse, la fatica appesantisce le membra, e delle fitte di dolore attraversano il torace. Qualcuno ha sperimentato vomito e diarrea, tutti sono corsi al più vicino pronto soccorso in cerca di aiuto. Uno dei pazienti, un giovane dell’Illinois protetto per ora dall’anonimato, è morto per crisi respiratoria. È la prima vittima da fumo di sigaretta elettronica negli Stati Uniti.
L’INCHIESTA
«Questa tragica morte in Illinois rafforza i seri rischi associati ai prodotti di sigarette elettroniche», afferma Robert Redfield, direttore del Center for desease control (Cdc). «Siamo rattristati dalla notizia della prima morte correlata a una grave malattia polmonare per chi usa sigarette elettroniche». Il centro per il controllo delle malattie di Atlanta ha iniziato a prendere sul serio la minaccia che i giovani statunitensi hanno già imparato a temere: l’uso delle vape, le sigarette elettroniche, e più ancora dei composti in commercio che vengono bruciati al loro interno, sta diventando pericoloso e potenzialmente mortale. L’inchiesta appena aperta dal Cdc ha raccolto 193 casi in 22 stati degli Usa, non tutti ancora confermati e associati alla stessa casistica, ma molto simili nella dinamica che ha portato gli svapatori a cercare l’aiuto di personale medico. Il decesso è avvenuto venerdì in Illinois, lo stato nel quale si sono verificati più incidenti (22) finora. Le indagini sono coperte dalla massima segretezza: si sa solo che il paziente è morto poche ore dopo aver usato una sigaretta elettronica, e in seguito al collasso dei polmoni. In altri casi c’è stato bisogno di attivare macchinari di respirazione extracorporea per aiutare la rianimazione e alcuni dei sopravvissuti hanno riportato danni permanenti. Le vape sono già oggetto di inchiesta da parte delle autorità sanitarie, sia per la rapida assunzione di nicotina che sta creando una nuova generazione di dipendenti, sia per i rari incidenti nei quali l’alta temperatura della combustione produce lo scoppio dell’involucro esterno, e l’escoriazione profonda della pelle del viso. L’interesse per il contenuto delle capsule da introdurre nelle sigarette elettronico è invece relativamente nuovo. Si sa che negli stati che hanno legalizzato l’uso della marijuana spesso la miscela contiene la sostanza psicotropa del tetra idro cannabinolo (Thc) e che questo prodotto riesce facilmente ad attraversare le frontiere di stati proibizionisti. Le capsule hanno alimentato anche un ricco mercato di strada nel quale il contenuto non è sempre garantito e la sete di profitti potrebbe aver incoraggiato chi lo confeziona a infiltrare materiali tossici e potenzialmente mortali.
METALLI PESANTI
Il vice direttore della sezione del Cdc che si occupa di fumo e salute, Brian King, racconta che i test di laboratorio hanno trovato finora tracce di particolati sottili e alcuni metalli pesanti, incluso il piombo, la cui tossicità è molto elevata. Finora non è stato però stabilito nessun legame certo tra queste sostanze e i casi di emergenza medica denunciati dagli ospedali. L’elemento costante è invece una sintomatologia per i pazienti che ricorda quella dei danni causati dall’inalazione di agenti chimici. La popolarità delle e-cig è cresciuta prima ancora che le agenzie sanitarie potessero verificarne le conseguenze per la salute. L’emergenza in atto potrà servire ai legislatori per dare un’occhiata ravvicinata ai prodotti e al mercato che li distribuisce, prima che questa versione asettica e all’apparenza pulita delle tradizionali sigarette possa creare nuove forme di dipendenza e di tossicità, al momento sconosciute.