Il Messaggero, 26 agosto 2019
Il reddito di cittadinanza va al Sud
Il reddito di cittadinanza premia il Sud, e questa non è una sorpresa. Ma i dati dettagliati sulla domande accolte dall’Inps nei quasi ottomila Comuni italiani danno un quadro un po’ più analitico e per certi versi inedito della distribuzione del sussidio, voluto dal Movimento Cinque Stelle e operativo dallo scorso marzo: si scopre così ad esempio che tra le grandi città l’incidenza per abitante di nuclei familiari destinatari del beneficio è massima in quattro metropoli meridionali (Catania, Palermo, Napoli e Bari) ma al quinto posto c’è Torino, con un valore superiore a quello medio italiano, subito seguita da Genova. Milano e Roma si collocano entrambe al di sotto della media nazionale ma – guardando solo al territorio comunale in senso stretto ed escludendo quindi i rispettivi hinterland – nel capoluogo lombardo la frequenza di domande accolte è leggermente superiore a quella registrata nella Capitale.
NUMERI AGGIORNATI
I numeri arrivano fino alla metà del mese scorso e riguardano circa 896 mila domande accolte su più di 1,4 milioni presentate: quelle restanti sono state rifiutate (oltre il 25 per cento del totale) oppure tenute in sospeso in attesa di ulteriori verifiche: è il caso ad esempio di tutte le richieste inoltrate da extra-comunitari provenienti da Paesi per i quali non è possibile lo scambio di documenti relativi a redditi o proprietà. Va ricordato che in questa fase la domanda di reddito viene presentata da un solo componente del nucleo familiare, anche per conto degli altri eventualmente presenti: per cui il numero di persone effettivamente coinvolte dal beneficio è maggiore e pari a oltre 2,2 milioni di individui. Il dato più recente diffuso dall’Inps, aggiornato al 31 luglio, parla di 922 mila domande accolte: le 896 mila per le quali sono disponibili i valori disaggregati per Comune rispecchiano quindi sostanzialmente la situazione attuale e ormai non dovrebbero nemmeno risentire della maggiore o minore efficienza con cui nelle prime settimane la macchina organizzativa si è messa in moto a livello locale. È possibile insomma fare un primo bilancio attendibile di come lo strumento di contrasto alla povertà è stato accolto nel territorio.
I PICCOLI CENTRI
Napoli è la città con il maggior numero assoluto di domande di reddito (o pensione) di cittadinanza accolte: sono oltre 36 mila. Seguono Roma con quasi 33 mila e Palermo, dove ce ne sono state 26 mila circa. Rapportando però questi valori alla popolazione il capoluogo della Campania (37,9 domande accolte ogni 1.000 abitanti) viene sopravanzato sia da Catania (42) che da Palermo (39,4). Al quarto posto tra le grandi città, distaccata, c’è Bari con 23,9 domande accolte ogni 1.000 abitanti). A Torino il rapporto è di 19,3 per mille; e siamo ancora sopra la media nazionale che è di 14,8. Immediatamente sotto si colloca Genova con 14,2. Ci sono poi Milano e Roma, vicine ma in posizioni non perfettamente appaiate: il 12,1 per mille della metropoli lombarda supera l’11,5 della Capitale, che quindi vede un’incidenza di sussidi concessi leggermente più bassa. Più indietro Bologna e Firenze: nel capoluogo toscano si scende a 8,3 domande accolte ogni 1.000 abitanti.
L’Italia però non è fatta solo di grandi centri urbani ma anche di tantissimi campanili e municipi, medi, piccoli o piccolissimi. E in alcuni di questi si può osservare una diffusione del reddito di cittadinanza ben più intensa di quella delle aree urbane. Guardando sempre al numero di domande accolte in rapporto alla popolazione, il Comune italiano con l’incidenza maggiore è Rota Greca in provincia di Cosenza, dove le 90 richieste che finora hanno avuto il via libera si confrontano con poco più di 1.000 abitanti. Se si ipotizza una numerosità dei nuclei familiari intorno a 2,5 (è la media nazionale che però potrebbe subire variazioni locali) vuol dire che in questo paese più o meno un cittadino su 5 beneficia del sussidio. Anche al secondo e terzo posto ci sono due Comuni calabresi, rispettivamente Centrache in provincia di Catanzaro e Cutro che si trova in provincia di Crotone: quest’ultimo è un centro non piccolissimo con i suoi oltre 10 mila abitanti, beneficiari nel complesso di 706 redditi di cittadinanza. Proseguendo nella graduatoria, un po’ a sorpresa si incontra al quarto posto un piccolo paese in Provincia di Frosinone, Acquafondata, con 266 abitanti e 18 domande accolte. Ci sono poi altri due minuscoli centri laziali tra i primi venticinque, Vivaro Romano e Saracinesco. Spiccano tra i Comuni di dimensioni medie o medio piccole Isola di Capo Rizzuto (Crotone) con 65,2 domande accolte per mille abitanti e tre centri della provincia di Caserta, Casal di Principe, Castel Volturno e Villa Literno.
IL NORD-EST
La distribuzione ineguale del reddito di cittadinanza tra le grandi aree del Paese è sintetizzata dalle medie del Nord (7,8 domande accolte per 1.000 abitanti) del Centro (11,4) e del Mezzogiorno (26,3). Anche nelle Regioni settentrionali ci sono però situazioni diversificate, come dimostra il caso di Torino. Tra le Province agli ultimissimi posti per diffusione del sussidio si notano quelle del Nord-Est: oltre a Trento e Bolzano (l’ultima in assoluto) Vicenza, Treviso e Belluno. Venezia città, con un rapporto del 7,5 per mille, è leggermente al di sotto anche della media settentrionale: il valore è tra i più bassi tra quelli delle grandi città. Un caso a parte è quello del Trentino Alto-Adige: nel Comune di Bolzano sono state accolte appena 199 domande, il che vuol dire 1,8 per mille abitanti. Sono parecchi i centri anche non piccolissimi dell’Alto Adige in cui il numero di sussidi concessi è ancora pari a zero.
Luca Cifoni