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 2019  agosto 26 Lunedì calendario

Intervista a Lella Ballandi, che da quando è morto Bibi vive piangendo. Non può neanche realizzare una fondazione a suo nome perché le hanno tolto tutto

Un vuoto incolmabile si legge in quei bellissimi occhi azzurri di Lella. Occhi che apparentemente ti fissano ma in realtà guardano oltre, forse cercando suo marito, Bibi, con cui ha condiviso mezzo secolo di vita. La incontro sull’Appennino tosco-emiliano a casa dei genitori di Simona Ventura, a cui è legata da una genuina e profonda amicizia. Lella Ballandi ha portato i ravioli e il brodo di cappone per stare tutti un po’ insieme e passare una bella giornata tra amici. Lella, come sta? «Mi sorregge la fede, ma il mio Bibi mi manca tantissimo». Come era il rapporto con suo marito? «Vivevamo in simbiosi sia affettiva che spirituale». Che cosa intende? «Io e Bibi eravamo legati non solo da un sentimento profondo, ma da una fede religiosa importante che ci portava a pregare sempre assieme». Come è precipitata la malattia di suo marito? «Per tredici anni Bibi ha combattuto come un leone la sua battaglia contro il tumore. Con fermezza e dignità ha cercato di opporsi al destino che si era accanito contro di se; gli ultimi cinquantun giorni sono stati terrificanti. Bibi soffriva moltissimo e venne ricoverato il 26 dicembre del 2017 all’ospedale di Imola. Furono cinquantun giorni difficilissimi, in cui io rimasi accanto a lui ventiquattr’ore su ventiquattro, appoggiata su una poltrona posta sul ciglio del letto. Le notti erano lunghissime e spesso le passavano svegli a pregare e anche a piangere. Fino a quel 15 febbraio, quando mi lasciò per sempre». Come vi eravate conosciuti? «Io facevo l’estetista e lui era un uomo molto bello e con due occhi buoni. Bibi era molto buono e generoso e molti di questo ne hanno approfittato». Lei si è dedicata completamente a lui durante il vostro matrimonio? «Io mi sono dedicata a lui così come lui a me. Non mi trascurava mai ed era pieno di attenzioni; non voleva che io guidassi e metteva a disposizione sempre una macchina per farsi raggiungere da me. Io non volevo abiti o alcunché ed invece Bibi voleva che io mi vestissi come una regina. Bibi mi ha sempre trattato da Regina, mi ha fatto sentire il centro della sua vita». Una “leggenda” racconta la capacità dei suoi tortellini di fare chiudere bene gli affari, vero? «Bibi diceva a tutti: “A Roma si lavora, mentre fra le colline di Sasso Marconi si mangiano i tortellini di mia moglie, così si eliminano le tensioni romane. Non hai idea di quante volte siamo riusciti a mettere d’accordo dirigenti televisivi e artisti davanti alle tagliatelle e ai tortellini di mia moglie Lella. Non per niente lei è l’unica socia della mia spa. Io mi occupo degli artisti mentre lei è dedicata alle relazioni culinarie”. Sì, modestamente i miei tortellini, quelli che ho portato qui da voi, hanno proprietà fenomenali». Quel 15 febbraio del 2018 tutto il mondo della televisione si è stretto attorno a te e a Bibi in modo eccezionale. Hai qualche ricordo? «Io e Bibi non abbiamo avuto figli e quindi ogni artista era per lui, e anche per me, come se lo fosse. Nessuno è mai mancato nello starmi e starci accanto; Milly, Fiorello, Simona: tutti mi hanno fatto sentire la loro vicinanza. Fiorello fu l’ultimo ad vederlo in ospedale e l’affetto tra lui e mio marito si palpava con mano». C’è qualcuno del mondo della televisione che ha saputo descrivere suo marito? «Mi piace ricordare quello che ha detto di lui il giornalista Vincenzo Mollica: “La cosa che mi ha sempre colpito di Ballandi è una grande umanità e a questo si deve unire la lealtà. Si è sempre posto in maniera molto leale di fronte ai suoi artisti e in genere di fronte ai suoi interlocutori. E dalla lealtà nasce sempre un sentimento ancora più importante che è quello della fiducia. E poi la ciliegina sulla torta a questo punto è la sua simpatia, perché è una persona molto simpatica e quindi riesce a far bene il suo lavoro anche grazie alla simpatia”. La sua lealtà e la sua umanità hanno conquistato tutti. E questo, mi creda, anche nella vita privata». Vuole dire che il Ballandi del lavoro era la stessa cosa che in casa? «Sì, così sono i grandi uomini. Non cambiano i loro comportamenti se parlano di lavoro oppure se sono con la propria moglie. Bibi è sempre stato leale in cinquant’anni di amore assieme, mi coinvolgeva nei suoi progetti e mi rendeva partecipe. Quante persone, quanti artisti devono la loro carriera proprio a lui. Mai, dico mai, ha tradito nessuno». Dopo la sua morte lei come ha vissuto? «Io vivo tuttora malissimo. Bibi rappresentava tutto per me, ancora non mi rendo conto che non ci sia più. Mi sento sola e persa senza di lui. Dal giorno dopo i funerali ho avuto un crollo psicofisico da cui credo di non essermi ancora completamente ripresa. Vivevo piangendo e andando al cimitero tutti i giorni. Mi avevano trasferita a Baricella, mio malgrado, dove cercavo di sedare il dolore nelle preghiere. Rimasi lì fino all’estate del 2018, per poi ritornare nella casa di Sasso Marconi dove vivevamo assieme. A Sasso Marconi sento ancora il suo profumo e mi muovo in quelle stanze come se lui ci fosse ancora». Gianni Morandi aveva detto della vostra storia d’amore: «È molto legato a sua moglie, molto credente. Lui non rinuncia mai al suo viaggio a Lourdes ogni anno, va a messa tutte le domeniche, si affida spesso alle parole del Signore». La Fede non l’aiuta in questo momento? «La Fede mi aiuta sempre e la preghiera dà sollievo al mio dolore. So che Bibi è in un posto meraviglioso dove io lo raggiungerò nuovamente». Bibi ha lasciato anche progetti e società in cui lei era socia. Non ha intenzione di portare avanti il lavoro di suo marito? «È un discorso doloroso, su cui pende una denuncia penale. Io sono rimasta nullatenente. Vivo solo con la mia pensione. E se vuole sapere una cosa, mi hanno tolto tutto». La voce di Lella è rotta dal pianto e gli occhi diventano lucidi Che cosa è successo, signora Lella? «Io non voglio parlarne, ma credo nella giustizia e sono sicura che chi ha approfittato della mia ingenuità e della bontà di mio marito un giorno pagherà. Sappia solamente che volevo costituire una fondazione in cui metter dentro tutte le cose di Bibi, in modo che gli artisti suoi amici potessero vedere i tanti suoi ricordi. Ad oggi questo non lo posso fare perché mi hanno sottratto tutto». La signora Ballandi riesce per un attimo a interrompere la commozione, e guardandomi negli occhi mi dice: «Scriva, per cortesia, che avrei bisogno del mondo amico di Bibi per avere giustizia e per costruire assieme un bel ricordo di mio marito».