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 2019  agosto 26 Lunedì calendario

Quella pazza notte di Nastase e McEnroe


Mi hanno svegliato al telefono, ieri notte, perché a New York era ancora possibile scrivere su un giornale. E un mio amico di laggiù mi ha detto che un altro collega voleva scrivere su un match del 1979, cioè esattamente quarant’anni fa, che avevo certo visto, un match tra John McEnroe e Ilie Nastase che era diventato famoso per il comportamento dei due campioni, che faceva pensare a quello più recente dell’australiano Kirgyos.
Ho cercato di ricordare, e ho anticipato che quarant’anni fa si era da poco iniziato a giocare la sera, erano due o tre anni, in modo che i più accaniti lavoratori tra gli spettatori potessero anche loro vedere il tennis, e il bilancio del torneo raddoppiare. Sia Mac che Nasty hanno collaborato, e il primo, sessant’anni, ha ricordato una «strana e insolita emozione tutto il giorno» mentre il secondo, settantatré anni, ricorda che «Mac era più piccolo, e cominciava solo allora a disturbare gli avversari». Il ricordo dei due viene accresciuto da quello di Mary Carillo che passò l’inizio della sua vita a Milano, vinse il misto con Mac al Roland Garros, poi diventò la miglior commentatrice della televisione americana.
Ma parliamo del match. A mezzanotte circa, Mac stava conducendo due set a uno e stava servendo a 15-0, quando Nasty (sgradevole, così ribattezzato) toglie all’improvviso il cappello al giudice di rete, senza ragioni apparenti. Prende poi a insultare il giudice di sedia, Frank Hammond, un signore panciuto sulla sessantina, con insulti in rumeno che pochi capiscono ma tutti intuiscono. Hammond dà allora una punizione a Nastase, e il punteggio diventa 3 a 1.
ll Mac di oggi, che poi avrebbe trionfato e alzato la coppa dello Slam, commenta: «Ero stupito dalla calma di Nastase, e la cosa divertente è che non ricordo di aver fatto nulla di particolare, direi che è stata una delle partite in cui mi sono comportato meglio», mentre l’arbitro non sta più in sé. Interviene allora Mike Blanchard, il giudice arbitro, che decide di sostituire Hammond che vorrebbe chiudere l’incontro. A una nuova provocazione di Nastase scende sul court anche il Direttore del torneo, il famoso doppista Bill Talbert, finalista agli US Open del 1944 e 1945 in singolo, poi solo doppista causa diabete, che a sua volta dichiara che il match è sospeso e rimandato al giorno seguente.
Si può immaginare quale fosse il comportamento degli spettatori, che rifiutano la fine il giorno seguente, e vogliono assistervi quella notte stessa. Una vera protesta, che inizia con dei fischi e prosegue con lancio di bicchieri e di lattine. E allora si va così avanti in un modo mai visto su un court, sinché Talbert è in grado di annunziare la fine: 6-4, 4-6, 6-3, 6-2 per Mac, anche lui furioso, fino a commentare, oggi, «avrei voluto dargli una botta sui denti». Sarebbe accaduto qualcosa di superiore al recente match di Kirgyos.