la Repubblica, 24 agosto 2019
Il caffè di Gramellini
Riassumendo per noi casalinghe di Voghera. Il Pd è spaccato tra Renzi che vuole andare al governo pur di avere il tempo di farsi un partito e Zingaretti che non vorrebbe, ma deve fare finta. I Cinquestelle sono spaccati tra Di Maio che vuole restare al governo, altrimenti non sa dove andare, e Di Battista che vuole andare alle elezioni, così le perde e manda a casa Di Maio. I leghisti sono spaccati tra Salvini che non sa più cosa vuole e Giorgetti che vuole comunque il contrario. Anche i berluscones sono spaccati tra chi vorrebbe mettersi con un Matteo e chi con l’altro. Soltanto i Fratelli d’Italia non sono spaccati, forse perché sembrano gli unici ad avere un leader con gli attributi: la Meloni. Ci vorrebbe un maestro di kintsugi, l’arte giapponese di riparare i vasi screpolati con l’oro. Purtroppo il maestro manca. E manca anche l’oro. Ma non si sono spaccati solo i partiti. Persino i singoli capi, tra sé e sé. Salvini si aggira come Amleto con in mano, al posto del teschio, un telefonino per i selfie e una fetta di pane e nutella. A Di Maio non hanno ancora spiegato se deve fare il governo giallorosso con Zingaretti o con Totti. Quanto a Renzi, che ha appena rotto con l’uomo più mite del mondo, Gentiloni, non resta ormai che azzuffarsi da solo davanti allo specchio, come De Niro in Taxi Driver. Per fortuna, a restituire un sentimento unitario e solidale a questo Paese di isterici simulatori e curve di ultrà, da oggi ritorna il campionato di calcio.