la Repubblica, 24 agosto 2019
Il mercato delle maglie
Lo chiamano the Kit Man, l’uomo kit, ma il suo vero nome è Bert Patrick. È stato lui 45 anni fa a “inventare” il business delle divise da calcio. A capo della Admiral, azienda inglese di maglieria intima, ebbe un’idea: stringere un accordo con la Football Association per vestire la nazionale inglese. Avrebbe pagato 15 mila sterline l’anno per poter vendere le sue maglie replica a 5 sterline. Oggi quello inventato da Bert Patrick è un business da centinaia di milioni. Basti pensare al contratto tra Adidas e Juventus, prolungato fino al 2027, che prevede il pagamento di 51 milioni di euro a stagione. A questi si aggiungono i 23 milioni che il club bianconero riceve dal marchio Jeep come sponsor di maglia (Pirelli e Driver ne pagano 19 all’Inter, Mapei 18 al Sassuolo). Secondo una ricerca di Calcioefinanza, in Italia una maglia personalizzata (con nome e numero) costa in media 100 euro. Si va dagli 84 euro della divisa del Lecce (che produce i suoi kit “in casa” con il marchio M908) ai 114 euro della Fiorentina. Quelle di Serie A sono le più care d’Europa, le più economiche quelle della Premier (82,5 euro in media).
Maglie ufficiali, da trasferta (le famose “away"), terze maglie, special edition : il mercato non ha limiti né confini. Proprio per andare incontro al “gusto” internazionale la Juve ha abbandonato le strisce verticali per sostituirle con una maglia a metà, bianca e nera con una striscia rosa nel mezzo. Una rivoluzione che ha fatto storcere il naso ai più e che Inigo Turner, design director di Adidas, ha cercato di spiegare: «Le strisce non se ne sono andate, sono più pronunciate che mai. Lo slogan è Be the stripes, immaginando i tifosi che formano un collage umano di strisce bianconere». Il rosa invece (diventato
vezzo di molti club europei, dal Leicester che lo ha voluto per la seconda maglia, all’Everton nella nuance salmone, fino ai dettagli di Espanyol e Manchester City) è un omaggio alla prima tenuta da gioco del Foot-Ball Club Juventus del 1899: camicia rosa con cravattino nero. Le strisce arriveranno a Torino solo nel 1903 per un malinteso con una fabbrica tessile di Nottingham. Anche in quel caso giocatori e tifosi storsero il naso.Il bianconero lo vestiva già l’Udinese (anno 1896) che lo scrive orgogliosamente all’interno del colletto della divisa 2019/20: “I primi bianconeri d’Italia”. Il Torino esprime un concetto più elaborato: “Lo urla la gente, lo dice la storia, la leggenda è la nostra gloria. Torino siamo noi”. Più succinta l’Atalanta: “La maglia sudata sempre”. Fashion la Sampdoria: “La maglia più bella del mondo” (non a caso il Nizza ha scelto quella blucerchiata, la stessa della Samp, come terza maglia)."La più bella del mondo” è stata al centro di un piccolo giallo a luglio quando Fabio Quagliarella ha postato su Twitter un selfie con una casacca a strisce verticali che ha indignato i doriani, tweet rimosso dopo due ore: un test di marketing rivolto ai tifosi o uno scherzo malriuscito? Con il business delle maglie non si scherza. Lo sa il club genovese che sul suo shop online ha aperto una sezione vintage. E lo sanno i club e le aziende di sportswear che realizzano edizioni da collezione: in occasione della presentazione delle divise away a Shanghai la Juventus ha messo in vendita 500 pezzi con il nome di cinque giocatori in caratteri cinesi insieme al simbolo dello zodiaco di ciascuno di loro: 250 euro l’una, sono andate subito sold out. La Cina era stata omaggiata anche dall’Inter il 3 febbraio quando era scesa in campo con i nomi dei giocatori scritti in cinese per le celebrazioni del Capodanno. Lo stesso giorno i fan hanno potuto acquistare le maglie in tiratura limitata. Spesso accaparrarsi una special edition può rivelarsi redditizio. Il modello di Le Coq Sportif dedicato al Mondiale del 1986 autografato da Maradona è stato venduto su Catawiki a 1630 euro. Il record del sito, però, lo detiene la divisa del Real Madrid firmata da Cristiano Ronaldo nel 2012: 1660 euro. Nemmeno Bert “Kit Man” Patrick si sarebbe immaginato un affare del genere.