la Repubblica, 24 agosto 2019
In morte di Carlo Delle Piane
Aveva da poco festeggiato settant’anni di carriera, tanti ne erano passati da quel debutto lontano, con Cuore di Duilio Coletti e Vittorio de Sica, ispirato a de Amicis. Carlo delle Piane è morto a Roma, aveva 83 anni gran parte dei quali trascorsi a recitare, diretto da Monicelli e Steno, Marino Girolami e Aldo Fabrizi, Zampa e De Sica, Polanski e Corbucci fino al sodalizio formidabile con Pupi Avati, inseparabili per dieci anni, dal 1977 al 1988, da Tutti defunti… tranne i morti a Sposi passando per Una gita scolastica, Noi tre, Regalo di Natale per citarne solo alcuni. Romano di piazza Campo de’ Fiori, Carlo Delle Piane era uno dei figli di una stagione gloriosa del cinema italiano che attraverso la commedia, non necessariamente nobilissima, usciva dal Neorealismo e cercava la leggerezza. Delle Piane il destino ce l’aveva disegnato in faccia, non avrebbe potuto che fare cinema, intrattenere, far divertire il pubblico e dare vita ad alcuni caratteri indimenticabili, come Romolo Pellacchioni detto Cicalone, l’amico di Alberto Sordi in Un americano a Roma. Una carriera lunghissima, fino all’emorragia cerebrale che lo aveva colpito nel 2015 e dalla quale era ancora provato quando un anno fa, al Festival di Pesaro, accompagnato dalla moglie Anna Crispino, aveva festeggiato i settant’anni di carriera. Raccontando con qualche snobismo gli inizi, «mi ritrovai a lavorare con grandi artisti ma non davo loro importanza, per me il cinema era un modo per non andare a scuola e mettermi qualche soldo in tasca». Il suo attore di riferimento, era Buster Keaton del quale amava «l’asciuttezza nella recitazione, la maniacalità nel sottrarre». Il lavoro risolveva ogni problema, anche quella fissazione ossessiva di non voler essere toccato: «Ma quando sono sul set – disse – faccio tutto e tocco tutto, abbraccio anche le porte».
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Gloria Satta pe ril Messaggero del 25 agosto
Aveva 83 anni, l’espressione malinconica, la statura minuta e l’inconfondibile setto nasale deviato a causa di un incidente calcistico giovanile, un talento naturale e alle spalle una carriera settantennale snodata attraverso 110 film: Carlo delle Piane se n’è andato in silenzio, così come aveva sempre vissuto, ancora provato dall’emorragia cerebrale che lo aveva colpito nel 2015. Gli era accanto l’amatissima moglie Anna Crispino, cantante, sposata sei anni fa.
Nato a Roma il 2 febbraio 1936 da un sarto e una casalinga, aveva lavorato tanto ma era rimasto sempre un personaggio anomalo nel mondo del cinema, un uomo riservatissimo e schivo fino all’isolamento: evitava accuratamente il contatto fisico, non stringeva mai la mano, coltivava alcune fobie e dava a tutti del lei. «Ma sul set mi trasformo e faccio tutte le cose normali», spiegava. «Amo il cinema ma non il suo ambiente». Ipocondriaco e disincantato, scampato alla morte nel 1973 a causa di un grave incidente che lo aveva mandato in coma per oltre un mese, Delle Piane aveva debuttato nel cinema a soli 12 anni: era stato scelto tra gli scolari del Pio IX per interpretare il film Cuore diretto a quattro mani da Vittorio De Sica e Duilio Coletti che gli affidarono il ruolo di Garoffi, il ragazzino «con il naso a becco di civetta».
FINALMENTE PROTAGONISTAAttore autodidatta, non si sarebbe più fermato diventando un’autentica icona del nostro cinema. «Lasciai la scuola dopo la terza media e mi misi a frequentare assiduamente i cineclub di Roma», raccontava. È stato Pecorino, il figlio di Aldo Fabrizi in La famiglia Passaguai e l’irresistibile Cicalone accanto ad Alberto Sordi nella commedia-cult di Steno Un americano a Roma. Diretto da Mario Monicelli, Lugi Zampa, Sergio Corbucci, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, è stato apprezzato anche da registi stranieri come Léonide Moguy (Domani è troppo tardi, 1950), Roger Vadim (Un colpo da due miliardi, 1957), Jerzy Skolimowski (Le avventure di Gérard, 1970) Roman Polanski che nel 1972 gli offrì un ruolo in Che?. Ha attraversato il dopoguerra lavorando accanto ad Alberto Sordi (anche in Mamma mia che impressione nel 1951), Walter Chiari, Totò (faceva il figlio di Totò pure nel mitico Guardie e Ladri). Dopo una parentesi consacrata alle commedie sexy, (La signora gioca bene a scopa, L’insegnante, La dottoressa del distretto militare, Una bella governante di colore) fu Pupi Avati, che l’avrebbe diretto in 15 film da Tutti defunti...tranne i morti, 1977, fino a La rivincita di Natale (2004) a sottrarre Delle Piane al destino di eterno caratterista facendo di lui un protagonista, acclamato e premiato anche dalla popolarità. Nel 1983, in Una gita scolastica, l’attore interpreta il timido professor Balla che riesce a far breccia nel cuore di una bella insegnante di disegno. Nel 1986 vince a Venezia la Coppa Volpi per Regalo di Natale nel ruolo dell’avvocato Santelia che i pokeristi Haber, Abatantuono e Cavina intendono spennare. «C’è sempre stato un grande rispetto tra me e Pupi, che mi lasciava abbastanza libero di inventare i personaggi da lui scritti». Colleziona anche Nastri d’argento e Globi d’oro. Nel 1997 interpreta e dirige la sua unica opera da regista, Ti amo Maria.
ANZIANO GAYE nel suo ultimo film, il delicato Chi salverà le rose? diretto due anni fa da Cersare Furesi, Delle Piane spezza letteralmente il cuore nella parte di un anziano omosessuale, compagno di Lando Buzzanca. Lontano dai giri del cinema ma affezionatissimo ad Antonio Avati, il fratello produttore di Pupi che oggi piange «l’amico più caro nell’età in cui ci si gode la vita», l’attore è stato legato anche ad Aldo Fabrizi con cui lavorò non soltanto nel cinema: era il figlio del boia Mastro Titta, interpretato dal grande attore romano, in Rugantino, il musical di Garinei e Giovannini applaudita nel 1961 perfino a Broadway. Il suo modello di riferimento? Buster Keaton, il comico triste per eccellenza: «Volevo essere come lui. Mi piaceva l’asciuttezza della sua recitazione», spiegava Carlo. La camera ardente sarà allestita al Policlinico Gemelli lunedì 26 agosto e nello stesso giorno, alle 15, la Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo ospiterà i funerali dell’attore a cui anche i social rendono ora omaggio.
Gloria Satta