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 2019  agosto 24 Sabato calendario

Nel cantiere della sagrada famiglia


A tre metri dal sorpasso, ormai è solo questione di giorni. Nel cantiere infinito della Sagrada Familia, sovrastate dalle gru e protette dalle impalcature, le nuove torri che presto cambieranno per sempre lo skyline di Barcellona stanno per superare di slancio il vecchio profilo finora conosciuto della cattedrale progettata da Antoni Gaudí. Un momento altamente simbolico, perché a restare “indietro” – ora per poco, ma a lavori compiuti (si prevede entro il 2026) di qualche decina di metri – saranno proprio quelle quattro inconfondibili guglie della facciata della Natività, le uniche che il padre del modernismo catalano vide realizzate davanti ai propri occhi, prima di morire tragicamente a 76 anni, travolto da un tram nel 1926.L’opera è ormai in dirittura d’arrivo, dopo una lunga fase di stallo i lavori hanno subìto una brusca accelerazione grazie ai 50 milioni di euro di introiti garantiti dall’elevatissimo numero di visitatori: circa 4 milioni e mezzo l’anno, che ne fanno il monumento più visitato di Spagna, più del Museo del Prado e dell’Alhambra, antica residenza dei califfi di Granada. E il piano definitivo per il completamento della cattedrale, presentato quattro anni fa, dovrebbe essere rispettato con la chiusura dei cantieri proprio in coincidenza con il centenario della morte dell’architetto. Quelle che cominciano ora a stagliarsi nel cielo di Barcellona sono le grandi torri centrali del tempio religioso. Quella dedicata alla Vergine, che in questo momento, con i suoi 104,35 metri d’altezza è la più vicina al raggiungimento dei 107 metri delle torri della Natività, le quattro torri degli Evangelisti, che ora sono a quota 103,5 metri, e la torre centrale di Gesù Cristo al momento ferma a 101.A lavori conclusi, in realtà, le gerarchie saranno completamente diverse. A dominare su tutte sarà proprio la torre di Gesù Cristo che, sormontata da una croce, raggiungerà i 172,5 metri, diventando così il nuovo tetto di Barcellona: più alta dell’Hotel Arts e dell’edificio Mapfre, i due grattacieli affiancati che si affacciano sul Port Olimpic, e anche della più recente Torre Glòries, il grattacielo a forma di siluro disegnato da Jean Nouvel. Ma quella misura – 172,5 metri – non venne scelta a caso da Gaudí: doveva comunque essere – pure di poco, ma rispettosamente – inferiore all’altitudine di 180 metri della collina del Montjuïc, che all’epoca era considerata la “montagna di Dio”. A seguire, con 140 metri – contrariamente a quanto previsto nel progetto iniziale, che ne prevedeva 127,5 – ci sarà la torre della Vergine, che supererà di due metri le quattro dedicate agli evangelisti Luca, Matteo, Marco e Giovanni. Una decisione imposta di recente dalle autorità ecclesiastiche, come ha rivelato due anni fa l’arcivescovo emerito di Barcellona, Lluís Martínez Sistach nel libro Un cardinale si confessa. Il porporato dice che, prima di assumersi la responsabilità di modificare i piani di Gaudí, si consultò con Papa Benedetto XVI e ottenne il suo beneplacito. Sistach poi aggiunse che l’architetto «per la sua devozione alla Madre di Dio, dal cielo contemplerà benevolmente». Naturalmente non lo sapremo mai. Quel che è certo è che ora i lavori possono procedere speditamente verso la conclusione, e anche in piena regola. Due mesi fa infatti, dopo 137 anni di curioso abusivismo, il cantiere della Sagrada Familia ha ottenuto la licenza edilizia dal Comune di Barcellona.