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 2019  agosto 23 Venerdì calendario

La Germania s’è comprata 50 milioni di pasticche anti radiazioni e vuole portare lo stock a 190 milioni. Non si sa mai

Alla Gerot Lannach non ci potevano credere. L’azienda farmaceutica austriaca a sud di Graz ha ricevuto un ordine per 50 milioni di pastiglie allo ioduro di potassio, una delle specialità della loro linea di produzione. Parlando con la Orf, l’equivalente austriaco della Rai, il portavoce aziendale Andreas Gasser ha definito l’ordine «la più grande commessa nella nostra storia». Il committente è un vicino di casa: l’Ufficio federale tedesco (BfS) per la protezione dalle radiazioni. Fra i compiti istituzionali del Bundesamt für Strahlenschutz c’è quello di stoccare i rifiuti radioattivi dell’industria nucleare della Germania. Un settore ormai in via di estinzione.
Erano passate poche settimane dal disastro nucleare di Fukushima (marzo 2011) quando, con una delle sue rare ma vigorose decisioni a sorpresa, la cancelliera Angela Merkel decretò lo spegnimento progressivo delle centrali atomiche tedesche: otto reattori furono fermati nei mesi subito successivi all’annuncio, gli altri saranno spenti entro il 2022. Nasceva cos’è la Energiewende, la svolta energetica con cui la Germania si è trasformata in un avamposto delle energie rinnovabili. Ma il lavoro per il BfS non è diminuito: perché se la Repubblica federale si avvia a un futuro di energia incentrato sull’eolico, il solare e le biomasse, i tedeschi continuano a essere circondati da paesi dove il nucleare è ancora la regola. A cominciare dalla Francia con i suoi 58 reattori che nel 2018 hanno prodotto oltre il 70% dell’energia elettrica di tutto il paese, alla Svizzera (cinque reattori), alla Repubblica Ceca (due impianti), per passare al Belgio (con due centrali nucleari che saranno chiuse entro il 2025). Ecco perché, ha scritto il gruppo media Wdr, il BfS intende portare lo stock delle pastiglie di ioduro di potassio a 190 milioni di pezzi, quadruplicando in sostanza le scorte già in magazzino. Perché anche se i tedeschi hanno puntato sull’energia verde il rischio di un Super Gau, ossia di una catastrofe di portata inimmaginabile quale appunto un incidente a un reattore con conseguente contaminazione nucleare, è sempre presente, ha fatto sapere il BfS. E sebbene nessuno spera mai di doverle usare, le pasticche di iodio devono essere distribuite alla popolazione nel caso in cui per esempio si avvicini una nube radioattiva.
Lo ioduro di potassio è considerato particolarmente utile per i bambini, gli adolescenti e le donne incinte nell’evenienza di una catastrofe nucleare. Un’esagerazione? Wdr lo ha chiesto a Wolfgang Müller, già presidente della Strahlenschutzkommission, la Commissione per la protezione dalle radiazioni, organo di consulenza del governo federale.
Il problema non è tanto la Germania, ha spiegato Müller, quanto i suoi vicini. La centrale nucleare di Tihange, in Belgio, è fra quelle che preoccupa di più i vicini tedeschi e non solo. «Fukushima ci ha insegnato due cose», ha spiegato Müller. «Una è che dobbiamo fare i conti anche con possibili incidenti di livello Ines 7 (catastrofe, ndr) ai reattori. L’altra è che ci possono essere emissioni che durano diversi giorni, il che significa che la direzione del vento può cambiare per cui molte più aree sono interessate rispetto a emissione di un solo giorno».
Il recente incidente alla base militare di Severodvinsk in Russia dopo l’apparente fallimento del lancio di un missile a propulsione nucleare conferma poi che per morire di radiazioni basta molto meno di una catastrofe nucleare. E il silenzio delle autorità russe in merito all’accaduto rendono i timori di Müller solo più fondati.