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 2019  agosto 23 Venerdì calendario

I preti hanno più successo in libreria che in chiesa

Parroci con l’esaurimento nervoso, che scappano e si rifugiano in eremi casalinghi, che giocano a calcio e a cui rapiscono il gatto, che sono troppo generosi, o troppo creduloni. Che attraversano crisi personali, o che seguono indagini personali per venire a capo di un qualche mistero. Sacerdoti che sognano di vestire i panni di novelli Don Camillo ma che devono fare i conti con le loro chiese sempre più vuote... Strampalati, eroici, santi, vanesi, peccatori, eppure ancora e sempre più protagonisti della ribalta letteraria. Lungi dall’essere anacronistici e fuori moda, i sacerdoti riempiono le pagine di diari, romanzi e saggi. E non solo con le loro vicende, ma anche come autori. Oltre a furoreggiare al cinema e in tv: il don Matteo di Terence Hill, giunto alla dodicesima stagione, insegna. E non dimentichiamo Il nome della rosa di Umberto Eco, succcesso record in tv dei mesi scorsi, che ha riportato in auge il personaggio del monaco indagatore Guglielmo da Baskerville. A rinverdire le sorti del genere presso un pubblico più vasto, due anni fa nel 2017 dalla Francia è arrivato in Italia un bestseller dal titolo Il signor parroco ha dato di matto, pubblicato dalle Edizioni San Paolo. Scritto da Jean Mercerier, giornalista e saggista, nel frattempo scomparso, è diventato un caso editoriale raccontando le vicende tragicomiche di un parroco francese, don Beniamino, alle prese con i problemi quotidiani di tante parrocchie contemporanee, con poca gente che le frequentano, con i volontari che litigano continuamente fra loro, dimenticandosi del Vangelo. E lui cosa fa? Scappa nottetempo, per rifugiarsi...in fondo al giardino parrocchiale, dove si costruisce una sorta di eremo, da cui cambia totalmente il suo servizio. Sulla scia di questo divertente, un po’ surreale romanzo ne sono usciti altri. IL GATTO TEO Come Cosa succede, signor parroco?, di Carlo Maria Paradiso (un cognome programmatico, in un certo senso), pubblicato sempre da San Paolo editore, (pp.189, euro 15) che descrive le disavventure di don Giustino, nato e cresciuto in Sardegna, giunto a fare il parroco nell’hinterland milanese, a cui rapiscono il gatto Teo, per ritorsione contro la sua apertura verso gli immigrati, giudicata eccessiva. Il fatto innesca una girandola di avvenimenti, che rappresentano la nostra contemporaneità: dal tema divisivo dell’accoglienza dei migranti, alla pervasività dei mezzi di comunicazione e soprattutto della Rete, al pericolo che la vita di una comunità di fedeli si trasformi in una serie di incontri, discussioni, seminari, dibattiti, insomma in una lunga lista di cose da fare, non da vivere realmente insieme. Della vita non idilliaca ma piena di sorprese vissuta all’ombra del campanile, aveva scritto nel 2011 anche l’attuale arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nel suo Con il dovuto rispetto, edito sempre dalla San Paolo. Non sono certo più i tempi di don Camillo (il secondo grande protagonista in talare, nella letteratura italiana, dopo il manzoniano don Abbondio) anche se ora un battagliero parroco di Cervia, don Pierre Laurent Cabantous, ha provato, e con successo, a rivivere le sue sfide di ogni giorno mettendosi nei panni – non sempre comodi – della creatura di Giovanni Guareschi. Il romanzo si intitola appunto Un don Camillo a Cervia, edizioni Itaca (pp.64, euro 10). Stress, impegni sovrabbondanti, solitudine, difficoltà di ogni genere assediano i sacerdoti alle prese con i problemi delle loro parrocchie, a volte ingrandite a dismisura, a volte frammetate e disperse. E don Pierre prova ad affrontare tutto questo come avrebbe potuto fare don Camillo, con i suoi dialoghi personali con Gesù in croce. LA VOCAZIONE È certo finito, dicevamo, il tempo dei parroci doncamilleschi vitali, lesti di mano e abituati a destreggiarsi con nemici di vario genere, a cominciare dai comunisti trinaricciuti del secondo dopoguerra. Senza dimenticare il lato drammatico dell’esistenza sacerdotale, di cui furono icona i curati di campagna alla Bernanos. Ma non è svanito l’umorismo con cui affrontare la realtà, umorismo di cui fu maestro Gilbert K. Chesterton, con l’impareggiabile padre Brown. A proposito del più famoso dei preti detective, vorremo segnalare una piccola raccolta di scritti di Antonio Gramsci, appena ripubblicato dalla casa editrice Marietti, in cui il grande intellettuale e padre nobile del comunismo italiano, dal carcere in cui si trova rinchiuso, analizza le figure di Sherlock Holmes e di padre Brown, decretando la superiorità di quest’ultimo. Nel solco di questa tradizione si muovono i racconti e i ritratti di Fabrizio Abbati, nel libro Don Barabba e altre storie di preti, edizioni Sempremai, pp.120, euro 15. Storie divertenti, con sacerdoti che vivono in modo energico ma anche strampalato la loro vocazione. I loro nomi sono emblematici: don Barabba, don Giuda, don Benvenuto, tutti alle prese con gli ambigui e velenosi “agguati del Maligno”, tesi ogni giorno fin dalle soglie delle loro canoniche.