Il Messaggero, 22 agosto 2019
Andare in America in mezz’ora. Gli aerei del futuro
L’imbarco si svolgerà su piattaforme galleggianti. Il costo del biglietto sarà almeno così promettono uguale a quello di un posto in classe economica di un qualsiasi volo di linea a lungo raggio, ma il tempo, quello, svanirà: il giro del mondo in un’ora, da Londra a New York in 29 minuti, meno di quaranta minuti per volare a Shanghai. Fantascienza? No: voli suborbitali su aerei a propulsione a razzo. Se il turismo spaziale sembra far sognare solo multimilionari eccentrici, l’idea di usare la tecnologia dello spazio per viaggiare sulla terra potrebbe sconvolgere il tempo e lo spazio dei comuni mortali entro i prossimi dieci anni.
VOLI DI PROVA
Meno di un mese fa Elon Musk patron tra l’altro di SpaceX ha annunciato un calendario di voli di prova del suo razzo Starship da questo autunno, con voli suborbitali completi all’inizio del 2020. L’obiettivo è trasportare a razzo non pochissimi fortunati, ma almeno cento passeggeri a volta, e di collegare le grandi metropoli del pianeta come se fossero le stazioni di un’unica linea metropolitana. A quelli che hanno tentato di liquidare l’iniziativa come il passatempo fantasioso di un miliardario, hanno risposto gli analisti della banca Ubs, che in un dettagliato rapporto stimano che i voli spaziali varranno un mercato da 20 miliardi di dollari l’anno da oggi al 2030. Secondo gli analisti, gli aerei-razzo faranno concorrenza e poi sostituiranno i voli di linea a lungo raggio. Il prezzo dei biglietti però, rischia di non essere poi così economico, ma altrettanto spaziale del volo: almeno 2500 dollari a posto secondo le prime proiezioni, negate da Musk. Usb ritiene comunque che il settore spaziale vedrà il suo valore raddoppiare in un decennio, passando dai 400 miliardi di dollari a oltre 800 nel 2030.
Per ora, i prototipi di aerei-razzo per voli suborbitali inter-terrestri possono accogliere non più di qualche decina di passeggeri. Per quanto potranno ingrandirsi, i vascelli del futuro non arriveranno mai alle capacità di un attuale Airbus A350 o Boeing 777. Secondo Ubs viaggi drasticamente più brevi potranno comunque essere «molto più frequenti» e consentire alla fine di trasportare lo stesso numero di passeggeri che trasportano oggi gli aerei tradizionali sulle tratte intercontinentali. Molte questioni restano tuttavia di risolvere. Innanzitutto il confort dei passeggeri, che verranno inviati a oltre 100 chilometri sul livello del mare e ritorno, in picchiata, a destinazione, con un’accelerazione da sopportare e radiazioni da schermare. Tutte da costruire anche le infrastrutture, con spazioporti lontani da centri abitati (i velivoli suborbitali superano la velocità del suono al decollo e all’atterraggio), senza contare l’inquinamento, con emissioni inquinanti nella stratosfera, già messa a dura prova dai circa cento lanci spaziali che si effettuano ogni anno. Gli analisti di Usb sono però convinti che il futuro dei viaggi è suborbitale. Secondo Jarrod Castle e Myles Walton, «il turismo spaziale funzionerà da trampolino per lo sviluppo dei voli a lungo raggio sulla terra via lo spazio. I costi diminuiranno grazie allo sviluppo della tecnologia e della concorrenza».
NON SOLO SPACE X
Space X di Musk non è la sola società a immaginare i prossimi voli-razzo: anche Blue Origin e Virgin Galactic sono al lavoro per essere pronti al decollo tra una decina d’anni. «Per andare da Shanghai a New York si impiegherà lo stesso tempo che oggi serve per andare da una parte all’altra di una grande città» assicurano. Per ora, a testare il primo volo spaziale da passeggero sarà Yusaku Maezawa, miliardario giapponese fondatore del colosso dell’abbigliamento online Zozotown, che ha già prenotato l’intero Starship per portare sulla luna otto artisti e fornire loro un’ispirazione per creare opere dedicate al viaggio.