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 2019  agosto 22 Giovedì calendario

Breve storia del chewing gum (compie 150 anni)

All’homo sapiens mancano alcune caratteristiche specifiche dei ruminanti – non siamo erbivori, non abbiamo lo stomaco diviso in quattro cavità – eppure da molti millenni tende a masticare compulsivamente tutto quel che trova: gli antichi greci masticavano il mastice, i Maya la linfa coagulata dell’albero della Sapotiglia, certe tribù di Nativi Americani la linfa degli abeti.
Un’attività irrefrenabile culminata nel 1869 con il primo brevetto che, grazie a un dentista dell’Ohio, ha fatto nascere ufficialmente la gomma da masticare della quale in questi giorni i ciancicatori di tutto il mondo festeggiano il centocinquantenario.
Dobbiamo insomma al dottor William Finley Semple l’introduzione di una ricetta scientifica per la fabbricazione di gomme da masticare, liberate da millenni di fai da te e finalmente codificate. Certo, come succede a volte, l’antenato di un prodotto oggi molto popolare non aveva la stessa formula di oggi (vedi la Coca-Cola originale ottocentesca del dottor Pemberton, fatta con 37 grammi di foglie di coca per litro): gli ingredienti principali presenti nella formula delle gomme Semple erano, peraltro, carbone e gesso.
Quello che si presentò da subito, 150 anni fa, fu il problema al quale tuttora lavorano le aziende che producono chewing gum: la tenuta del sapore. Le gomme ottocentesche infatti perdevano quasi subito il sapore (può capitare anche oggi, è una questione chimica complessa): uno dei motivi per i quali la menta si affermò rapidamente come uno dei gusti più popolari fu esattamente quello della praticità – resta «attaccata» alla gomma più a lungo.
L’effetto
Il movimento ripetuto delle mandibole abbassa i livelli di cortisolo
È una delle scoperte, quella della resistenza della menta, che dobbiamo a un imprenditore atipico. Nel 1880 il primo passo avanti sulla qualità della gomma lo fece William White, canadese trapiantato in Ohio. Fondò quella che oggi definiremmo una startup partì dalla cucina di casa e combinò zucchero e sciroppo di mais con la gomma naturale di chicle (un albero centramericano: da decenni ormai la gomma da masticare è sintetica).
Si deve a White l’idea della forma a strisce della gomma da masticare, il primo design pubblicitario sulla confezione, e l’idea di aggiungere una sorpresa – delle piccole buffe «profezie» per ragazzi stampate sulla stagnola, all’interno. Ecco poi nel 1888 la gomma da masticare di Thomas Adams, la «Tutti-Frutti», venduta da un distributore automatico (altra idea che si rivelò geniale) che si trovava in una delle stazioni della metropolitana di New York.
Poco dopo, la gomma da masticare diventa un business molto simile a quello che vediamo oggi: nel 1891 William Wrigley Jr fonda Wrigley Chewing Gum, azienda tuttora presente sul mercato in 180 Paesi (con fabbriche in 14 nazioni) e di fatto modernizza il business della gomma da masticare. Business che nel secondo dopoguerra diventa globale, coinvolgendo anche l’Italia (la Perfetti di Lainate, nei pressi di Milano, dal 2001 Perfetti Van Melle, è la casa produttrice, tra le altre, della mitica «gomma del ponte»).
I gusti
La menta si impose perché il sapore restava «attaccato» più a lungo
Ma perché, da millenni, mastichiamo con insistenza qualunque cosa ci capiti a tiro, non essendo per l’appunto animali ruminanti? La scienza, in questi decenni, ha provato a rispondere. Uno studio australiano, una decina d’anni fa, ha concluso che masticare la gomma riduce in modo significativo i livelli di cortisolo (ormone dello stress) nella saliva.
I ricercatori guidati da Andrew Scholey della Swinburne University di Melbourne avevano sottoposto quaranta ragazzi a una serie di test valutandone poi prestazioni e livello di ansia, con e senza il chewing gum. Hanno così osservato che masticare gomme riduce l’ansia, aumenta il livello di attenzione. La ragione di questo effetto antistress? Non sta ovviamente nella presenza dello zucchero (poco, ma secondo i dentisti facilita carie e aumento della placca) o del dolcificante (alcuni sono peraltro lassativi: attenzione ai dosaggi), ma nel movimento ripetuto meccanicamente delle mandibole.