Corriere della Sera, 22 agosto 2019
Salvini e Trenta litigano sui migranti
«Roba da matti. Non hanno perso tempo, i nuovi ordini della Difesa sono stati formalizzati ieri. Prime prove tecniche di inciucio Pd-5 Stelle sulla pelle degli italiani, riaprendo i porti e chiudendo un occhio sulle Ong?». È Matteo Salvini, ieri su Twitter, a riaprire la campagna elettorale sui migranti attaccando la collega di governo – almeno ancora formalmente – Elisabetta Trenta, responsabile della Difesa, che secondo questa notizia fatta circolare dal Viminale col suo ministero avrebbe «modificato unilateralmente i compiti affidati a coloro che intervengono nelle operazioni di pattugliamento». Subito sui social monta il caso. Salvini, per dimostrare l’inciucio con la sinistra, getta in Rete un fotomontaggio che accosta Trenta e Laura Boldrini, deputata di Leu apertamente ostile alla politica dei porti chiusi. Trenta gli risponde su Facebook, che già aveva utilizzato per replicare a chi le scriveva critiche sulla Open Arms: «Trentadue minori, due di nove mesi, onde di due metri e mezzo, da sedici giorni in mare: ma che uomo è lei?». A Salvini, invece, dice che «il tuo tentativo di screditare non solo me ma l’intera Difesa è inqualificabile. In una riunione in cui eri presente ho disposto di intensificare l’attività di polizia marittima. Le navi della Marina non hanno scortato la Open Arms per far sbarcare a Lampedusa i migranti; bensì come da sollecitazione del Tribunale dei minori di Palermo erano pronte a intervenire in favore dei minori. Sei stato bravo a piegare ogni cosa a tuo vantaggio ma questo metodo non funziona più. Impara a rispettare il ruolo delle istituzioni e a non appropriartene».
Per il ministero dell’Interno le nuove indicazioni, formalizzate martedì, per gli assetti militari in azione nel Mediterraneo centrale, «denotano un chirurgico ma significativo arretramento rispetto a quanto concordato per il contrasto dell’immigrazione clandestina». Tutto falso, fanno invece filtrare dal ministero della Difesa, chiarendo che «nessun indebolimento è stato apportato al dispositivo Mare Sicuro». Semmai, continuano sempre dal ministero, il 17 luglio – quindi quando ancora la crisi era nell’aria ma non ufficialmente aperta – la ministra Trenta ha inviato al capo di Stato maggiore della difesa Enzo Vecchiarelli una lettera in cui tra l’altro «si dispone di intensificare le attività di polizia marittima». Lettera ribaltata, nel suo significato, dal Viminale, che a questo punto fa circolare anche la risposta del 19 luglio: «Corre l’obbligo di trasmetterti la preoccupazione – scriveva il capo di Gabinetto del Viminale al suo omologo della Difesa – che l’ipotizzato incremento del pattugliamento aeromarittimo in acque internazionali possa fungere da fattore di attrazione per le partenze dalle coste libiche». Così si arriva ad agosto. Per la Difesa le novità additate da Salvini sarebbero in realtà solo modifiche assolutamente non sostanziali, solo definizioni – contenimento, contrasto, dissuasione – che non implicherebbero cambiamenti numerici delle missioni, né di uomini né di mezzi.
Ma la polemica è ormai accesa e investe anche l’Open Arms e la Spagna: «Nave spagnola, Ong spagnola – scrive il Viminale —: è corretta la decisione del governo Sanchez di inviare una nave militare verso l’Italia, la linea dura ha pagato nonostante i dubbi del premier e di alcuni ministri, ora Madrid si faccia carico anche degli sbarcati».