la Repubblica, 22 agosto 2019
In Inghilterra ci sono più colonnine elettriche che pompe di benzina
È avvenuto uno storico sorpasso, in questi giorni in Gran Bretagna, ma le auto che ne sono state protagoniste non si muovevano di un millimetro: erano tutte ferme. Le colonnine per ricaricare le vetture a elettricità hanno infatti superato i distributori di benzina: le prime hanno raggiunto quasi quota 9.200, i secondi sono invece scesi a circa 8.400. La tendenza era nell’aria da tempo, ma ha accelerato più del previsto: nel 2016 si stimava che ci sarebbero voluti quattro anni perché i punti di ricarica elettrici superassero le tradizionali stazioni di rifornimento per automobili a carburante. Invece il sorpasso è accaduto con sei mesi di anticipo.
In sette anni, dal 2012 al 2019, il numero delle colonnine elettriche è addirittura decuplicato, passando dalle iniziali 913 alle attuali 9.199. Nello stesso periodo, viceversa, le pompe di benzina hanno subito un costante seppure più lento declino, diminuendo da 8.693 a 8.396. Il calo è in corso ancora da più tempo, per ragioni non legate soltanto all’avvento delle auto elettriche: vent’anni fa, nel 2000, il Regno Unito aveva 13.043 pompe di benzina. Se si va ancora più indietro, il fenomeno è impressionante: nel 1970 in questo Paese esistevano 37.538 distributori di benzina. In poco meno di mezzo secolo, l’80 per cento di questi ha cessato l’attività. Consolidamento del settore attraverso le catene, crisi dei piccoli benzinai indipendenti, fuga dal centro delle città, sono tra le ragioni che hanno provocato un crollo del settore. Ma in parallelo, nel giro degli ultimi pochi anni, si è sviluppato il boom delle auto a elettricità. E di conseguenza delle colonnine di energia pulita.
Dei novemila punti di ricarica elettrica oggi esistenti in Gran Bretagna, 1.600 sono del tipo rapido, che cioè permettono il rifornimento dell’80 per cento della batteria dell’autoveicolo in meno di un’ora. Quasi tutte le aree di servizio sulle autostrade britanniche dispongono di colonnine di questo genere. La maggior parte dei proprietari di automobili elettriche ricarica il proprio mezzo solo una volta tornati a casa: per questo il governo sta cercando di favorire ulteriormente l’adozione dei veicoli elettrici con la proposta di installare punti di ricarica presso tutte le nuove abitazioni in via di costruzione. È una strategia destinata ad aumentare di proporzioni e rapidità man mano che si avvicina il momento in cui si potranno vendere soltanto auto elettriche: entro il 2040 il Regno Unito vieterà il commercio di auto con motore a scoppio, favorendo quelle più rispettose dell’ambiente, con l’obiettivo di ridurre dell’80 per cento le emissioni nocive prima della metà del secolo. Un target che gli ecologisti vorrebbero ulteriormente avvicinare, indicando il 2030, fra una decina d’anni, come scadenza per mettere fuorilegge le auto a benzina. La filiale britannica della Nissan, una delle aziende automobilistiche in prima fila nel settore elettrico, cita un altro fattore per spiegare il sorpasso delle colonnine sui distributori: «L’introduzione nell’aprile 2019 della nuova Ultra-Low Emission Zone (l’area di Londra a emissioni nocive ultra basse, in cui tutti gli altri veicoli non possono entrare, pena una sovrattassa di 12 sterline al giorno, per le auto, e di 100 sterline per i camion, ndr.) ha portato un numero sempre maggiore di automobilisti della capitale a cercare soluzioni a zero emissioni, per esigenze di trasporto privato o commerciale», afferma un portavoce. E chi compra un’auto elettrica ha bisogno di “fare il pieno” senza difficoltà.