la Repubblica, 22 agosto 2019
M49, nemico n.1
La provincia Autonoma di Bolzano più che seguire le orme dell’orso M49 ha seguito quelle della Provincia di Trento. Adesso l’orso è un ricercato speciale, dead or alive, anche in Alto Adige. Bolzano ha infatti replicato l’ordinanza emanata dai vicini trentini lo scorso luglio per «abbatterlo se c’è pericolo», come aveva motivato il presidente della Provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, che si è contraddistinto per aver fatto di lupi e orsi dei nemici dell’ordine pubblico.
E come era accaduto dopo l’ordinanza trentina, la decisione di Bolzano è stata contestata dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, al quale si deve anche l’iniziativa di rinominare l’orso “Papillon”, soprannome del famoso evaso Henri Charrière. M49 (la sigla con cui più correttamente gli esperti lo indicano, perché in etologia vale il principio di non antropomorfizzare gli animali e perché un orso non è un animale domestico) ora si trova sul capo non soltanto due ordini di cattura ed eventuale abbattimento, ma anche due nomi, perché in contemporanea il Wwf ha deciso di chiamarlo Libero, non come il nonno della tv ma perché «libero deve rimanere». E mentre nei palazzi si danno disposizioni per riportarlo nel recinto di Casteller, dal quale è fuggito lo scorso 15 luglio, il giovane orso di tre anni fa l’orso, cioè si sposta di parecchi chilometri al giorno ignaro dei confini regionali: sabato scorso era di nuovo in Trentino, domenica lo ha avvistato un escursionista nei pressi della gola Bletterbach in Alto Adige; quando ha fame distrugge le arnie in cerca di miele, non disdegna di rovistare nell’immondizia e sbrana un vitello, perché è onnivoro. M49 fa l’orso, ma gli esperti che ne hanno osservato i comportamenti non esitano a definirlo un orso particolare. Intanto per scappare non si è fatto intimidire dalla migliore prigione per orsi in Italia e ha sopportato le scariche elettriche di sette fili interni ed esterni. E poi, sempre secondo quanto hanno rilevato i rapporti degli esperti, non mostra aggressività verso l’uomo, ma ha ben capito che malghe e stalle sono un ottimo posto dove trovare cibo senza faticare troppo. M49 insomma è emblematico sia delle situazioni di conflitto tra attività umane e natura, sia delle specificità di ciascun individuo all’interno di una specie, visto che fa e impara cose che altri suoi simili non fanno e non imparano.
Se dal punto di vista dell’osservazione etologica M49 è una meraviglia, «per i 90mila capi di allevamento delle sole malghe altoatesine è un pericolo», come sottolinea Arnold Schuler, vicepresidente della Provincia di Bolzano. che ammette però che M49 «è uno dei pochi orsi problematici». «Ma è proprio per proteggere anche gli altri che vogliamo catturarlo – dice – perché se continua a fare danni orsi e lupi non saranno mai accettati dalla popolazione, che è giustamente preoccupata». E all’osservazione che in altre nazioni e anche in Abruzzo gli orsi sono considerati una risorsa, Schuler obietta: «Qui i turisti vogliono fare attività, se hanno paura non vengono».