la Repubblica, 22 agosto 2019
Quattordici milioni di italiani hanno guardato Conte in tv
Quattordici milioni di italiani si sono visti, chi parzialmente chi per intero, le sei ore di Senato in diretta che hanno spiegato la fine del governo del cambiamento. A quei milioni vanno aggiunti i molti altri che non erano a casa loro perché in ferie o al lavoro (quindi il campione Auditel non ne teneva conto) e che avranno visto la tv altrove oppure spendendo i giga dello streaming su tablet o telefonini. La Nazionale dei tempi buoni a quell’ora non avrebbe fatto meglio.La parte del leone l’hanno avuta Rai1 (21,17%) e La7 (11,88%) ambedue con una decente presenza di giovani. La prima ha ripreso i discorsi di Conte e dei senatori pari pari; la seconda, da un certo momento in avanti, anche con i commenti in studio e i retroscena che gli inviati di Mentana scovavano sul posto. Quanto a “fidelizzare” gli spettatori evitandone lo zapping è andata bene a entrambe. Ma chi al riguardo ha fatto meglio, su un pubblico ovviamente molto più ristretto, è stata Sky.La situation comedy iniziale, con Conte che menava l’amico Matteo seduto accanto, è apparsa ovviamente irresistibile a chiunque: è partita col 33% di share al primo minuto e alla fine era cresciuto di dieci punti; ci sembra quasi di immaginare quanti si saranno stropicciati gli occhi prima di credere a quello che vedevano. Poi l’ascolto è cresciuto ancora con gli interventi di Salvini e di Renzi in successione.Pur convocati in pieno agosto gli spettatori hanno confermato propensioni già manifestate. Quelli che nella stagione passata hanno fatto da zoccolo duro ai talk show di La7 (Floris, Gruber, Formigli e Propaganda Live )anche stavolta non hanno avuto esitazioni a infilarsi nella MaratonaMentana, lasciando poco o nulla a tutti gli altri canali. Solo i fan di Giletti, una conferma anche in questo caso, si sono un po’ divisi fra quel che c’era. Rai 1 ha potuto contare sulla fedeltà degli spettatori di Carta Bianca e ovviamente un po’ su tutti gli altri, ma senza concentrazioni particolari, come se fosse considerata una sorta di luogo naturale per l’evento. Mentre Rete 4, guarda caso, ha fatto man bassa fra i seguaci di Del Debbio, Porro e Palombelli. E così viene dimostrato, ci fossero dubbi, che il pubblico non è una massa amorfa, ma un mondo di visioni e idee molto polarizzato, tanto da scegliere, di sovente, l’editore che gli pare culturalmente più vicino.Tirando i conti: Mentana si mette la corona perché porta il pomeriggio di La7 al 12% di share, dietro Rai1 e sopra a tutti gli altri e tocca col TG7 delle ore 20 l’11%, il doppio del solito; il TG5 conferma i buoni risultati dovuti al quiz che lo precede; il TG1, che si ferma al 18%, pare soffrire, e non da oggi, l’era del fai da te via social che ne ha corroso la rendita “istituzionale”. Si pensi, per confronto, al Tg7 che ha la caratteristica di narrare e commentare, e quindi è adatto anche a chi le notizie pensa di conoscerle già da sé.C’è da sperare infine che martedì pomeriggio qualcuno vedendo scorrere parole equivalenti a fatti, avrà magari cominciato a scoprire che la politica è una cosa seria. A proposito, la Rai pare che in un primo momento pensasse di cavarsela in tono minore, usando Rai 2 anziché l’ammiraglia, come evidentemente l’evento meritava. Pare che lo svarione sia stato rimediato, da un intervento diretto dell’amministratore delegato Salini. Il cambiamento del cambiamento è già cominciato?