la Repubblica, 22 agosto 2019
Prove tecniche di governo rossogiallo
Il Pd tende la mano a M5S La direzione dei dem, il giorno dopo le dimissioni di Conte, partorisce un documento varato all’unanimità. Il Pd supera le divisioni interne: la proposta per non andare al voto (ipotesi che non viene esclusa) è quella di un esecutivo di legislatura, con uomini e programmi nuovi e con una larga base parlamentare. Il partito di Zingaretti ribadisce il no a un Conte-bis, in sostanza.Cinque i punti dell’accordo offerto in primis ai 5 Stelle: lealtà all’Ue, riconoscimento della democrazia rappresentativa e della centralità del parlamento, sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale, cambio nella gestione dei flussi migratori, svolta nelle ricette economiche e sociali “in chiave redistributiva”.
I 5S disposti a ragionare I 5Stelle sono disposti ad avviare il dialogo con gli ex rivali piddini, anche se non ci sarà una dichiarazione ufficiale prima del confronto al Quirinale, previsto per oggi pomeriggio, cui seguirà una assemblea dei parlamentari.
M5S intanto ostenta fedeltà a Di Maio con i capigruppo alla Camera e al Senato: “Il movimento è un monolite attorno a Luigi”. Dopo un incontro fra il capo politico e i capigruppo nelle commissioni parlamentari, arriva l’ultimo affondo che fa naufragare le residue ipotesi di riavvicinamento alla Lega: “Salvini ha fatto una follia, la pagherà a caro prezzo”.
Centrodestra unito sul voto Il leader del Carroccio riunisce i parlamentari in piazza, a ora di pranzo, condanna “qualsiasi inciucio” e ribadisce la necessità di andare subito al voto: “Abbiamo già pronta una manovra da 50 miliardi”. Forza Italia, in serata a conclave con Berlusconi, è d’accordo sul ritorno alle urne, così come Fdi. Ma i partiti del centrodestra parteciperanno con delegazioni autonome alle consultazioni con Mattarella.
Consultazioni, giorno decisivo Ieri i colloqui del Capo dello Stato con i partiti minori hanno fatto registrare una sostanziale adesione a una nuova maggioranza imperniata su Pd-M5S da parte di Leu e dei rappresentanti delle autonomie.
Oggi il giorno della verità, con le consultazioni di Mattarella con i big: il vento soffia verso una nuova maggioranza rossogialla ma restano alcuni nodi da sciogliere, non secondario quello del premier. Il Presidente della Repubblica non ha intenzione di recedere dalla sua linea: vuole un governo saldo.
Altrimenti c’è il voto.